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Moda e caratterizzazioni nazionali: testi e variazioni. La costruzione identitaria

Punto di partenza è lo studio della costruzione identitaria delle riviste di moda, ovvero dei procedimenti messi in atto allo scopo di costruire una proposta coerente da indirizzare al lettore. Questa analisi viene svolta attraverso la comparazione tra due proposte identitarie differenti, con lo scopo di comprendere quali tratti ne definiscano la contrapposizione.
Attraverso il metodo della semiotica generativa ho portato a comparazione le proposte identitarie veicolate da ciascuna rivista, basandomi principalmente sulle copertine e, in misura minore, su alcune foto interne.
A conclusione, ho potuto verificare come la contrapposizione tra le due riviste si giochi sull'asse naturale VS. artificiale; ad un livello più astratto, possiamo spostare la differenziazione sull'asse corpo VS. mito.

La differenziazione identitaria tra le due riviste, in ultima analisi, può essere ricondotta a due diversi modi di intendere la corporeità: un corpo come testualità complessa si costituisce in alternativa rispetto ad un corpo come significante mitico. La componente somatica svolge, in entrambi i casi, un ruolo da protagonista, centro semantico di una rappresentazione che ha lo scopo di mettere in discorso l'essenza stessa della rivista.

Ciascuna rivista costruisce un'identità, grazie all'articolazione di componenti diverse in un'unità coerente e organica, e rispetto a tale identità richiede al lettore un contratto fiduciario, un rapporto duraturo fondato sul riconoscimento e la condivisione di una visione sulle cose.

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1 INTRODUZIONE «L’uomo cammina per giornate tra gli alberi e le pietre. Raramente l’occhio si ferma su una cosa, ed è quando l’ha riconosciuta per il segno d’un’altra cosa: un’impronta sulla sabbia indica il passaggio della tigre, un pantano annuncia una vena d’acqua, il fiore dell’ibisco la fine dell’inverno. Tutto il resto è muto e intercambiabile; alberi e pietre sono soltanto ciò che sono. Finalmente il viaggio conduce alla città di Tamara. Ci si addentra per vie fitte d’insegne che sporgono dai muri. L’occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose: la tenaglia indica la casa del cavadenti, il boccale la taverna, le alabarde il corpo di guardia, la stadera l’erbivendola. Statue e scudi rappresentano leoni delfini torri stelle: segno che qualcosa – chissà cosa – ha per segno un leone o delfino o torre o stella». (Calvino, 1993) Così Calvino, ne Le città invisibili. In realtà, affrontare uno studio di carattere semiotico è un po’ come addentrarsi nelle tortuose vie di Tamara: nessun oggetto è lì solo per se stesso, neutro, «muto e intercambiabile», ma tutto ciò che si mostra ai nostri occhi ha un significato, rimanda ad altro. La sfida è quella di comprendere questa fitta trama di rimandi, non dando nulla per scontato ma senza lasciare che un segno rimanga privo del suo riferimento: occorre sempre trovare qualcosa che ha per segno «un leone o delfino o torre o stella». In questo lavoro, abbiamo deciso di occuparci della costruzione identitaria delle riviste di moda, ovvero dei procedimenti testuali messi in atto allo scopo di costruire una proposta coerente da indirizzare al lettore. Ogni rivista, ogni giornale, «ha il suo stile, un tono, un profilo che lo definiscono e che […] ne fanno un oggetto di valore capace di cristallizzare durevolmente atteggiamenti di attrazione o di rifiuto» (Landowski, 1990): in altre parole, occorre che l’identità della rivista sia ben riconoscibile affinché il lettore possa manifestare nei suoi confronti quella fedeltà che è lo scopo di ogni periodico.

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Informazioni tesi

  Autore: Elisa Bianchini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2000-01
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze della Comunicazione
  Relatore: Paolo Fabbri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 172

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Parole chiave

categorie figurative
categorie semantiche
corpo
moda
semiotica
riviste di moda
costruzione identitaria

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