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L'Istria e la minoranza italiana nella crisi jugoslava

Dopo la II Guerra Mondiale e il massiccio esodo che sconvolse totalmente l'equilibrio etnico della penisola istriana, la componente italiana si ritrovò a costituire una piccola percentuale della popolazione nella regione e una delle tante minoranze all'interno della Federazione jugoslava. È, dunque, dalla fine della II Guerra Mondiale che iniziano i problemi della componente italiana in Istria: la sua assimilazione progressiva, l'emarginazione dalla vita sociale e politica, il suo senso di sradicamento, quel sentirsi stranieri in patria. Dopo i cupi anni '70 e '80, quando si temeva per sopravvivenza della comunità italiana in Istria, la crisi jugoslava prima e la guerra poi hanno rischiato di aggravare ulteriormente una situazione già precaria, mettendo a repentaglio l'esistenza di questa minoranza.
Proprio in una fase così delicata della sua evoluzione abbiamo deciso di occuparcene per vedere quali sono i suoi problemi, i suoi progetti e le prospettive, i suoi sogni e le sue paure. Tutte le problematiche e le vicende della minoranza italiana sono state ripercorse e ricostruite soprattutto attraverso ''La Voce del Popolo'', il quotidiano della minoranza stampato a Fiume.
Sebbene la dissoluzione della Repubblica Socialista Federativa Jugoslava non sembri avere favorito la minoranza italiana, pare che si possa fare un bilancio positivo sulla ''salute'' del gruppo etnico italiano. Infatti, a più di tre anni dall'indipendenza di Slovenia e Croazia e la conseguente divisione della nostra minoranza in due stati, i problemi da risolvere rimangono sicuramente ancora molti e lunga è la strada che i nuovi stati dovranno percorrere per assicurare un'adeguata tutela alla loro minoranza. Tuttavia, attraverso il Gruppo '88, attraverso un profondo dibattito all'interno delle strutture dirigenziali della minoranza e la riforma dell'UIIF, si è giunti ad una vera e propria rinascita, non solo numerica, della minoranza italiana, com'è testimoniato dal censimento del 1991. Coloro che si sono dichiarati di nazionalità italiana all'ultimo censimento, infatti, sono circa 25.000 e combattono tenacemente per l'affermazione dei loro diritti.
Nell'ambito della difesa e dello sviluppo della minoranza italiana, la nostra attenzione è stata altresì rivolta a mettere in evidenza l'emergere di un forte movimento regionalistico istriano, che rappresenta una risposta alla forte crisi politica ed economica della Federazione, ma affonda anche le radici in quell'intreccio secolare di popoli e culture che ha fatto dell'Istria il simbolo di una regione di frontiera. Alfiere di questo spirito regionalistico sarà la Dieta Democratica Istriana emersa dal contesto di preoccupazioni e di aperture pluralistiche della società jugoslava. Ma non solo questo partito parlerà di regionalismo e di cultura istriana, lo faranno un po' tutte le nuove forze che si affermeranno soprattutto dopo la vittoria di Tudjman.
L'Istria diventerà, così, la roccaforte di difesa contro tutti i nazionalismi e, in particolare, di lotta contro il rinato nazionalismo croato.
Questa regione diventerà anche il simbolo di una cultura di pace e convivenza all'interno della Jugoslavia in preda ai più feroci contrasti etnici. Una terra che si eleverà al di sopra della Jugoslavia per inserirsi nel contesto europeo.

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I INTRODUZIONE L'Istria deve il suo nome alla leggenda che faceva sboccare in questa regione uno dei rami dell'Istro, l'antico nome che si attribuiva al Danubio nella parte inferiore del suo corso. A causa della posizione strategica della penisola, che si affaccia sull'Adriatico e occupa una posizione centrale nel continente europeo, l'Istria fu ambita preda di molti. Le zone costiere furono conquistate, nel 183 a.C., dai Romani che successivamente incorporarono nei loro domini l'intera regione facendola parte integrante dell'Italia. Caduto l'Impero Romano, l'Istria dopo varie dominazioni, passò nel 1291 sotto il controllo di Venezia, tranne la parte interna nord- orientale, la Contea arciducale di Pisino, che venne a far parte dei domini della Casa d'Austria. Nel corso di questi lunghi secoli la struttura compositiva della popolazione istriana subì forti mutamenti: il gruppo etnico-linguistico latinizzato venne affiancato da quello slavo, che poi si differenziò tra Sloveni e Croati. Nel 1797, con il Trattato di Campoformio, l'Istria fu ceduta da Napoleone all'Austria; passata poi nel 1805 alla Francia, entrò a far parte delle Provincie Illiriche, un esperimento che durò sino al 1815, quando l'intera regione venne assegnata all'Impero d'Austria. Alla fine della Prima Guerra Mondiale e dopo la dissoluzione dell'Impero

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Informazioni tesi

  Autore: Sabina Anderini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1993-94
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Armando Pitassio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 200

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Parole chiave

fiume
istria
quarnero
storia contemporanea
storia dell'europa orientale
guerre jugoslave
comunità italiana in istria
massacri delle foibe
questione triestina

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