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Peter Bauer: la rivalutazione di un approccio liberista ai problemi del sottosviluppo e del ruolo degli aiuti internazionali

Peter Bauer, vincitore nel 2002 del prestigioso ''Milton Friedman Prize for Advancing Liberty'', è stato recentemente rivalutato da organismi internazionali quali la Banca Mondiale o il Fmi sui temi del sottosviluppo. Il riconoscimento è stato istituito per premiare, anno dopo anno, chiunque si distingua per importanti meriti ottenuti nel campo del progresso della libertà. Colui al quale è stato intitolato il premio, Milton Friedman, forse uno dei più illustri sostenitori delle tematiche liberistiche del ventesimo secolo, ha motivato l’istituzione del premio con la seguente dichiarazione: ”Coloro che hanno avuto la fortuna di vivere e di essere cresciuti in una società ragionevolmente aperta tendono a sottovalutare l’importanza della libertà. Noi tendiamo a darla per scontata. […]. Per questo motivo avere un premio che ponga l’attenzione sulla libertà è estremamente importante. C’è un numero piuttosto grande di persone nel mondo che ha agito in modo da promuovere la causa della libertà. Queste persone lo hanno fatto in circostanze che erano particolarmente difficili, che hanno comportato costi molto seri per loro stessi. Ci sono molti più candidati meritevoli che premi”.

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3 INTRODUZIONE E PRINCIPALI CONCLUSIONI L’economia dello sviluppo è una materia diventata oggetto di studio in tempi relativamente recenti. La sua origine può essere fatta risalire al secondo dopoguerra anche se ha comunque avuto il punto di svolta solamente negli anni cinquanta/sessanta in coincidenza del processo di decolonizzazione di numerosi paesi africani e asiatici. In quella occasione le nazioni occidentali hanno preso coscienza di una nuova realtà che andava delineandosi nelle ex-colonie. A questo processo, che ha portato all’indipendenza di numerosi paesi come conseguenza di forti spinte nazionalistiche, si è affiancato un particolare stato di equilibri strategici dovuti al perdurare della Guerra Fredda per quasi tutta la seconda metà del ventesimo secolo. Giá durante gli anni trenta, con la Grande Depressione, si era diffusa tra i paesi occidentali la tendenza verso una maggiore partecipazione statale negli affari economici, in particolar modo sotto forma della nazionalizzazione di rami strategici dell’industria. Questo sistema sembrava funzionare sufficientemente bene, ma, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, tutti iniziarono a temere una nuova crisi economica non appena gli sforzi bellici fossero terminati. Per questo motivo paesi come la Gran Bretagna o la Francia decisero di adottare politiche di tipo socialista che, poco dopo, vennero esportate nelle rispettive colonie. Qui attecchirono tali insegnamenti e divennero parte del bagaglio culturale di molti paesi africani e asiatici che, anche dopo essere diventati indipendenti, mantennero un orientamento politico di tipo socialista. La ”scacchiera” degli equilibri internazionali si allargò fino a comprendere queste ex-colonie. I due ”giocatori”, Stati Uniti ed Unione Sovietica, iniziarono a considerare i paesi del Terzo Mondo come ”pedine” utili per le proprie strategie di vittoria. È quindi a partire da questi anni che l’economia dello sviluppo diviene un campo di studio molto popolare. La paura della diffusione del Comunismo ha spinto i paesi occidentali ad erogare immense quantità di aiuti economici ai paesi sottosviluppati in cambio di fedeltà politica, pensando così di riuscire ad arginare l’espansione sovietica. In aggiunta a questa causa di matrice ideologica, i governi occidentali, per quarant’anni circa, hanno perseguito una politica di aiuti indiscriminati basandosi anche sulla considerazione che i paesi meno sviluppati mancassero completamente dei presupposti per dare inizio ad un processo di crescita economica. Mancavano di capitali,

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Costantini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2001-02
  Università: Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Politica
  Relatore: Giuseppe Marotta
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 203

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Parole chiave

pressione demografica
paesi in via di sviluppo
amartya sen
pvs
liberismo
paul krugman
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dani rodrik
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