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La Regolamentazione dei servizi di pubblica utilità: valutazioni contabili e finanziarie

Per un’attenta analisi degli elementi contabili e finanziari della regolamentazione risulta interessante il caso del settore energetico italiano, in particolare il settore del gas naturale e il settore dell’energia elettrica, entrambi regolati dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas. In questi settori la politica di regolamentazione, seguendo le direttive della legge n. 481 del 1995 e le linee guida delle direttive comunitarie che saranno poi recepite dal nostro ordinamento nazionale attraverso i rispettivi decreti legislativi, pone come obiettivi essenziali e irrinunciabili l’efficienza e il raggiungimento della concorrenza, per poter garantire l’universalità del servizio, prezzi contenuti e qualità elevate delle prestazioni. Occorre specificare che non tutte le fasi della filiera produttiva (si tratti di gas naturale o dell’energia elettrica) possono essere liberalizzate. Infatti, certi servizi come appunto il trasporto del gas e la trasmissione dell’energia elettrica hanno delle caratteristiche peculiari tipiche del monopolio naturale. Si tratta infatti di servizi a rete, nei quali la rete stessa non può essere duplicata, con la presenza di elevati costi fissi (irreversibili) e una funzione di costo subadditiva. In queste fasi, dunque, l’obiettivo dell’Autorità è quello di raggiungere l’efficienza attraverso un’equa quantificazione delle tariffe che possa semplificare l’accesso a terzi di queste reti, in modo da aiutare la liberalizzazione delle altre fasi a monte o a valle, come la generazione di energia elettrica o la vendita di gas naturale . Un caso particolare è rappresentato dallo stoccaggio del gas, in quanto è tutt’ora un monopolio, ma non un monopolio naturale, bensì un monopolio di fatto. È un servizio, infatti, con costi solo parzialmente irreversibili, e quindi sarebbe possibile un’eventuale liberalizzazione.
Per quanto riguarda la quantificazione delle tariffe nei servizi a rete, l’Autorità si è trovata a scegliere le metodologie di valutazione e di calcolo maggiormente efficaci, in modo da spingere le imprese operanti verso prestazioni migliori e più efficienti. Le scelte sono state differenti per ogni settore; da sottolineare è il fatto che nel trasporto (e stoccaggio) del gas si ha avuto un’applicazione migliore e quindi risultati più soddisfacenti (nel periodo di regolazione 2001-2005) rispetto al primo periodo di regolazione dell’energia elettrica 2000-2003. Questa differenza ha portato l’Autorità ad avvicinarsi maggiormente alle metodologie del gas per il secondo periodo di regolazione 2004-2007. I punti fondamentali sono la valutazione del capitale investito iniziale (rate base) e la determinazione del tasso di rendimento. Le scelte effettuate si avvicinano ai criteri utilizzati ampiamente nella prassi aziendale e finanziaria, con debita attenzione alle peculiarità e alle necessità delle imprese regolamentate.
Si espongono dettagliatamente le metodologie di valutazione adottate in generale e i metodi di determinazione del tasso di rendimento più utilizzati. Ci si sofferma anche sulle differenze più rilevanti tra i due principali metodi di controllo tariffario: il price-cap e la rate of return regulation.

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5 INTRODUZIONE Questo lavoro intende analizzare gli elementi di contabilità e di finanza contenuti nel processo di regolamentazione dei servizi di pubblica utilità. Si tratta di elementi che non emergono con subitaneità nel momento in cui ci si avvicina alle public utilities. Occorre un lento ed approfondito studio, che parte dalle basi teoriche del processo regolatorio presenti nella letteratura economica, per arrivare fino ad una analitica osservazione dei metodi di determinazione delle tariffe applicate. La quantificazione delle tariffe, infatti, non è fine a se stessa, ma segue quelle che sono le finalità primarie della regolamentazione, in particolare l’efficienza e l’avvio alla concorrenza. Da mettere in risalto è il fatto che quest’ultimo obiettivo, cioè l’avvio alla concorrenza, impegna il regolatore solo in quei servizi che non presentano le caratteristiche tipiche di un monopolio naturale. Il trasporto del gas naturale, per esempio, o la trasmissione dell’energia elettrica costituiscono servizi che non potranno mai essere liberalizzati, in quanto per le loro stesse peculiarità sono monopoli naturali e in quanto tali nessun regolatore sarà mai in grado di aprirli alla concorrenza. Soltanto servizi sottoposti a monopoli “di fatto” possono essere portati progressivamente alla completa liberalizzazione. Il ruolo del regolatore nei servizi di monopolio naturale sarà allora quello di garantire l’efficienza attraverso una equa determinazione delle tariffe, in modo da sostenere adeguatamente l’apertura alla concorrenza negli altri servizi dell’intero settore. Questi sono gli obiettivi essenziali che un qualsiasi regolatore deve tenere a mente, nella sua vigile funzione di controllo sull’attività delle imprese che svolgono servizi di pubblica utilità. Garantire l’efficienza e la concorrenza nei termini che abbiamo specificato è fondamentale per poter offrire il servizio a tutti i consumatori, e a condizioni vantaggiose. Proprio per questo semplice motivo è di ampia rilevanza la scelta delle metodologie da adottare, in quanto esse devono permettere di determinare tariffe in grado di spingere le imprese ad operare in tutta efficienza. La scelta deve cadere sui metodi che incrementano l’efficienza dell’attività, e la

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Informazioni tesi

  Autore: Mara Tacconi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Pavia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Aziendale
  Relatore: Alberto Cavaliere
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 237

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Parole chiave

autorità per l'energia elettrica e il gas
capital asset pricing model
metodo del costo medio ponderato del capitale
price cap
rate base
regolamentazione
ror
servizi di pubblica utilità
tariffe
trasporto gas naturale e energia elettrica

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