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La Guerra di Spagna 1936-1939

Sono passati 70 anni dai tragici eventi che sconvolsero la Spagna nel trienno 1936-1939, e che hanno lasciato sul campo oltre un milione di morti. Nella penisola iberica si sono riaperte ferite che parevano ormai chiuse, per una resa dei conti che sembra non finire mai, mentre nella nostra penisola -nonostante il massiccio intervento italiano in entrambe le parti in lotta- vi è stato scarso e quasi nullo richiamo a questa pagina della storia europea. Guerra civile spagnola ma guerra civile europea, per il determinante intervento delle grandi potenze, e guerra civile nella guerra civile, con la tremenda resa dei conti nelle file repubblicane tra sinistra filorussa e sinistra più indipendente. Guerra di logoramento nelle trincee, guerra politica e sociale tra classi, ma anche preludio di quella che sarà la Seconda Guerra Mondiale, e dunque forse la prima guerra moderna, con i primi bombardamenti aerei programmati per colpire la popolazione civile. La guerra di Spagna ci lascia un terribile ricordo ma anche una speranza morale e sociale per il futuro, un patrimonio da studiare e conoscere per non dimenticare mai che un mondo migliore è possibile, e il sacrificio dei coraggiosi combattenti spagnoli per una vera uguaglianza sociale ed economica non può che spronarci a non abbandonare mai la speranza.

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 1 1 IL QUADRO STORICO GENERALE 1.1 La Spagna prima del 1931 La Guerra civile ha origini molto lontane nella storia di Spagna: quello del 1936-1939 fu il quarto confitto intestino in 100 anni. Essa rappresentò il culmine di una serie intermittente di lotte tra le forze riformiste e quelle reazionarie. A più riprese la Spagna ha tentato di adeguare la realtà politica alla realtà sociale, ma ogni movimento progressista è stato soffocato: quello del 1856 dal generale O’Donnell, quello del 1874 dal gen.Pavia e quello del 1923 da Miguel Primo de la Rivera; il “pronunciamento” era dunque uno dei “modi di far politica dei partiti” 1 . La Spagna di fine ‘800 non ha ancora conosciuto la rivoluzione borghese “classica”: lo sviluppo lento e disomogeneo del capitalismo industriale ha prodotto una classe imprenditoriale numericamente piccola e politicamente insignificante. Il capitalismo spagnolo infatti ha avuto quasi fino agli anni ’50 del ‘900 un carattere prevalentemente agricolo e l’egemonia politica e il potere sono sempre stati ben saldi nelle mani degli agrari. In seguito all’incremento demografico di metà ‘800 la manodopera non specializzata si rovesciò nelle città, facendo precipitare anche le condizioni di vita della piccola borghesia: il suo scontento si saldò con quello dei proletari e dei militari, insofferenti delle tendenze conservatrici della corona. Nel 1873 fu proclamata la 1^Repubblica, che durò solo un anno, e alla restaurazione di Alfonso XII, “le riforme furono accantonate in cambio della pace sociale” 2 . Esistevano solo due partiti politici importanti, il moderato (poi conservatore) e il progressista (poi liberale), con differenze minime; la politica era dunque “una sorta di minuetto cui partecipava soltanto una 1 G.Ranzato, L’eclissi della democrazia: la guerra civile spagnola e le sue origini, Torino, Boringhieri 2004, p.59.  2 P.Preston, La guerra civile spagnola, Milano, Mondadori 1999, p.28. 

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Gatta
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Verona
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Renato Camurri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 39

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