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Per un modello di sviluppo della Calabria fondato sull'ecoturismo

Siamo pressoché tutti d'accordo che non esiste na Questione Meridionale, tanto meno una Questione Calabria, esiste invece una problematica di sviluppo e crescita nazionale che deve essere affrontata prendendo in considerazione le regioni che ancora non hanno conosciuto questo benedetto sviluppo. Sicuramente il lavoro qui proposto non vuole essere una ricetta per sconfiggere tutti i mali che affliggono questa regione, ma di certo vuole offrire uno spunto dal quale partire per accendere questo motore da troppo tempo fermo. Perché la Calabria versa in questa situazione? Quali sono le cause storiche, economiche ed antropologico-sociali che hanno provocato la situazione attuale? Perché tutte le politiche precedenti di sviluppo hanno fallito? E hanno fallito veramente in tutti gli obiettivi?


Le risposte a queste domande conducono ad una soluzione talmente banale che oggi tutti ne parlano ma pochi la inseriscono concretamente in un processo di sviluppo: partire da ciò che si ha! La storia, l'ambiente naturale, l'agricoltura, le produzioni locali devono costituire l'esca per le nuove forme di turismo che ormai si sono consolidate, nella fattispecie l'ecoturismo, per il quale (almeno fino al 2001, anno in cui è stato completato il lavoro) non si è detto molto, ma in diversi casi si è fatto molto, in particolare in una zona toscana, dove si è verificato il modello economico qui presentato, che vede l'ecoturismo come la scintilla che accende un processo di sviluppo e crescita costante in tutti i settori economici e sociali, per raggiungere quel tanto decantato benessere.


Il lavoro svolto consiste nell'elaborazione di un modello di sviluppo economico della Calabria che parta dal settore ecoturistico. Il modello è stato verificato nella provincia di Siena, in particolare nel comprensorio di Chianciano Terme, dove, grazie allo sviluppo del turismo ecologico, è migliorata la situazione economica e sociale (non solo in termini di reddito) della popolazione locale. L'obiettivo è applicare il modello in Calabria.

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7 Introduzione L’idea di azzardarsi ad elaborare, o per meglio dire, abbozzare un modello di sviluppo economico per la Calabria è nata dall’intenzione di valorizzare le risorse infinite di questa regione perché i propri abitanti possano trarne vantaggio. Un vantaggio non meramente economico, ma che sia apportatore di benessere complessivo. Il lavoro è suddiviso in cinque capitoli che costituiscono un unico ragionamento teso a motivare la scelta dell’ecoturismo come volano di sviluppo a livello teorico, e applicativo. Il primo capitolo contiene un a breve analisi della situazione economica e sociale della Calabria. Abbiamo raccontato la Calabria con la massima attenzione a non fare un discorso promozionale, bensì obiettivo e concreto. Nella prima sezione c’è un resoconto delle sue risorse fisiche, che vanno dai 780 Km di costa al ricco patrimonio montuoso, visto che il 44% del suo territorio si trova al di sopra dei 500 metri. Vengono descritti i principali sistemi montuosi della regione, dal Pollino all’Aspromonte, dalla Serra Dolcedorme al Pellegrino, dalla Catena Costiera alle Serre, alla Sila. Non può tuttavia mancare l’elencazione degli svantaggi dovuti, come il fatto che solo il 9% del territorio si trova in pianura, suddivisa tra i comprensori di Sibari - Rossano, di Lamezia Terme, di Crotone e di Gioia Tauro. Ciò comporta non pochi problemi di viabilità interna. Non vengono trascurate le specie animali e vegetali che si trovano nella regione, ed alcune solo ed esclusivamente in questa regione. Dai lupi ai cervi, dal secolare Pino Laricio sul Pollino, alle praterie di posidonie nei fondali della costa tirrenica. Si è reso poi necessario passare al tema della storia economica della regione, per poterne comprendere chiaramente la situazione attuale. In poche pagine sono stati riassunti millenni di storia, che hanno visto la Calabria sempre privata della sua identità, non solo per colpa delle dominazioni bizantine, angioine o aragonesi, ma soprattutto per il consueto asservimento dei potenti locali a queste e altre dominazioni, che hanno pure introdotto tentativi di sviluppo, come nel caso dell’industria e dell’agricoltura, ma che in determinati periodi hanno invece sfruttato la Calabria per la sua posizione strategica nel Mediterraneo, e non solo per propositi militari, ma anche nel commercio dei suoi prodotti tipici. Per questo risulta una Calabria che ha vissuto passivamente periodi di sviluppo, seguiti da immancabili momenti di declino, momenti durati a volte secoli, dovuti all’abbandono della regione per i non pochi problemi di distanza con i grandi centri europei. Vengono ripresi gli studi fatti da Francesco Saverio Nitti sulle drammatiche problematicità del sud in generale e sulle ribellioni popolari. Seguono alcune analisi sulla riforma agraria, sulla Cassa per il Mezzogiorni, ed alcuni commenti, come quelli di Manlio Rossi Doria sull’intenzione di gestire i movimenti contadini e illuderli “regalando” terre, azioni che si conclusero con una staticità del sistema produttivo, che portò al grande male dell’emigrazione.

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Longo
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2000-01
  Università: Università degli Studi della Calabria
  Facoltà: Economia
  Corso: Discipline Economiche e Sociali
  Relatore: Matteo Marini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 149

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