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Nuovi stili di vita e consumo: un progetto di interaction design - Storytelling per bambini

…e vinse la tartaruga!

"Chi se ne frega di che cosa sia una caloria, io mangio quando ho fame punto e basta!"
Super size me,2004

È così che esordisce una signora alla domanda cos'è una caloria nel documentario Super Size Me, diretto ed interpretato da Morgan Spurlock. Si mangia, solo, per sentirsi pieni, non esiste più il piacere di ciò che mangiamo.
Ecco la nascita dei fast food. Ma fa male mangiare, ogni giorno, in questi ristoranti? Gli americani sino a qualche anno fa erano scettici, nemmeno i dottori credevano che fosse vero. Il tutto è nato nel 2002 quando un paio di ragazze citarono in giudizio la catena di fast food, dichiararono che erano obese per colpa del McDonald's. La difesa della corporation puntò sul fatto che non c'erano prove che un'alimentazione basata esclusivamente o principalmente sui fast food avesse effetti simili, ciò, appunto, fu dimostrato dal regista Spurlock, che mangiò per quasi un mese ogni giorno al McDonald's, colazione, pranzo e cena.
Risultati? Prima dell'esperimento misurava 188 centimetri di altezza per 84 kilogrammi. Dopo 30 giorni ha guadagnato 11 kg, ossia un incremento della massa corporea del 13%. Durante l'esperimento ha anche provato improvvisi e repentini cambi di umore oltre a disfunzioni sessuali certificate dalla sua compagna.
Infine, ha manifestato forte stanchezza che gli rendeva difficile persino salire le scale all'interno della sua abitazione.
Casualmente dopo l'uscita di questo documentario l'azienda McDonald's ha eliminato il menu super size, dunque ha ridotto le razioni delle patatine fritte e ha cominciato ad offrire nuovi tipi di menù, anche se la catena di hamburger ha negato che i cambiamenti siano stati motivati dal documentario.
Dunque i danni alla salute sono gravi poiché questi alimenti contengono un alto contenuto di grassi e zuccheri, pochi sali minerali, vitamine e fibre alimentari, tutti valori nutrizionali che servono al nostro organismo in giuste quantità, il sovradosaggio o l'impoverimento di ognuno porta il nostro organismo a stare male. Tra l'altro oggi vengono utilizzati elementi chimici che ricordano il gusto dei cibi, ma all'interno non si trova nessuna traccia di essi; per esempio il gusto albicocca per gelati: acetato di eptile, acetato di santalile, alcool fenilpropilico, fenilacetato di amile, feniletil-dimetilcarbinolo, formiato di benzile, isobuttirato di geranile, isobuttirato di metile, propinato di butile, propinato di eptile.
Dov'è l'albicocca? Non esiste.
Gli aromi, così come i coloranti, gli emulsionanti, gli addensanti e i conservanti fanno parte della categoria degli additivi alimentari, cioè di quella serie di composti, naturali o artificiali, che vengono addizionati ai cibi per renderne possibile il trattamento industriale, consistente spesso in operazioni aggressive e stressanti senza che se ne deteriorino (almeno in apparenza) la consistenza, l'aspetto e il sapore.
Gli aromi autorizzati in Europa sono circa 2700, quelli creati in laboratorio superano i 10.000. C'è l'aroma "fumo", per risparmiare sull'affumicatura; quello "formaggio", per evitare che aggiungendone di vero il prodotto si deteriori più in fretta; ci sono gli aromi "fragola", "banana" o "ananas", che consentono a qualsiasi produttore di diversificare con pochi sforzi la propria produzione; il gusto "limone" e quello "tè", che abbinati permettono di ottenere bevande dissetanti; esistono persino gli aromi "pesto", "porcini" e "panettone" Il problema è che ingerire questi prodotti in maniera continuativa, anche se in piccolissime quantità, potrebbe anche non fare così bene alla salute; un conto è usarli in un bagnoschiuma, un altro è farli finire nello stomaco: invece ormai piatti pronti e cibo per cani, bibite e collutori condividono almeno in parte gli stessi ingredienti. Con tale sistema i cibi che ingeriamo vengono privati del loro valore nutritivo e manipolati, senza che un'informazione corretta arrivi più al nostro organismo.
Quel che è certo è che l'assuefazione omologatrice agli aromi artificiali sta innalzando considerevolmente la nostra soglia di percezione dei sapori, rendendo sempre più facile l'associazione di un alimento col suo aroma di laboratorio (la caramella al limone non sa di limone) e privandoci invece del piacere di godere delle varietà esistenti in natura. Si parte dal gusto che si vuole ottenere e si crea il prodotto: un cibo confezionato potrebbero persino contenere acido 3-metil-butanoico (l'odore del sudore) senza che se ne modifichino l'aspetto o il valore nutrizionale.
Conseguenza dell'alimentarsi male e nei fast food sono: incremento del peso, colesterolo alto, diabete, ipertensione, carenza in vitamine, sali minerali e fibra alimentare tipici degli ortaggi e della frutta fresca. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Nuovi stili di vita e consumo: un progetto di interaction design - Storytelling per bambini

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Informazioni tesi

  Autore: Caterina Tusciano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Architettura
  Corso: Disegno industriale
  Relatore: Francesco Monterosso
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 125

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