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Architettura museale e tempo: interpretazione e confronti

Interpretare la complessità

L’analisi delle relazioni che si possono instaurare tra l’architettura e il tempo deve svilupparsi a partire dall’idea che entrambi siano delle complessità. Il sistema polare (che spiega le dicotomie interne alla disciplina architettonica) e la struttura temporale (che inquadra il problema del tempo) rappresentano un tentativo di organizzare i significati, l’individuazione di due possibili campi semantici. A questo punto si tratta di ricercarne le intersezioni, tenendo presente, però, che il risultato di questa operazione necessariamente discende dalla formula: complessità + complessità = complessità.
Un sistema complesso, come quello che si è ottenuto, è composto da un elevato numero di elementi che interagiscono fra di loro, generando dinamiche d’insieme a volte anche inaspettate. La sfida che la complessità prospetta è quella di esplorare il territorio dell’interdipendenza: se si può osservare che il tempo condiziona l’architettura, si deve altresì affermare che essa contribuisce a produrre effetti sul tempo di ogni epoca. Un nuovo sistema complesso: architettura + tempo.
Un sistema a rete (come sottoinsieme di un sistema più grande), composto dai concetti e dalle parole chiave individuati, con correlazioni e nodi multipli, in grado di superare le chiusure disciplinari e tutte le dicotomie interne che finirebbero per bloccare la ricerca e per impedire una comprensione chiara del fenomeno in tutte le sue ramificazioni.
L’architettura, in quanto creazione dell’uomo, ne definisce gli spazi di vita, è fatta di pietra, legno, cemento, ferro... di materia; plasma il modo di vivere, di pensare, di essere, perché è destinata a durare nel tempo: la solidità è la sua fondamentale caratteristica; i monumenti celebrano la volontà di consegnare ai posteri la testimonianza di un passaggio, sfidando il naturale deteriorarsi dei materiali e i mutamenti d’utilizzo delle fabbriche. E il legame non si esaurisce qui, perché se il tempo è un fattore che determina un’idea di sequenzialità degli eventi, diventa anche elemento progettuale: per questo, l’edificio deve sorgere dall’interpretazione dei molteplici tempi interni all’architettura (quello del progetto, quello della costruzione, quello della vita, ecc.).
Ciò che in questo studio vuole mettersi in risalto è il tempo come fattore intrinseco all’architettura. Il tempo quale elemento nascosto, eppure sempre presente: l’operazione d’intersezione dei campi di significato serve ad indagare il reale contenuto dei termini tempo e architettura, il reciproco rapporto (di contrapposizione e di sintesi dialettica) che scaturisce dalla loro associazione. Solo all’interno del sottoinsieme che nasce, sarà possibile stabilire i significati che assume il tempo per l’architetto. Ogni individuo, come si è detto, vive la temporalità dal suo personalissimo punto di vista, in funzione della propria cultura e formazione: per lo psicologo, è fondamentale l’esperienza mentale e soggettiva del tempo; per il fisico, la relazione tra il tempo e lo spazio è utile a definire il moto di un oggetto; per il filosofo, la concezione del tempo rispecchia una determinata visione del mondo; per lo storico, il tempo passato è la fonte del suo lavoro. Per l’architetto? Cos’è il tempo per lui?
Per l’architetto, come si vedrà, il tempo è il fluire immateriale della storia che si deposita sugli edifici e sulla città; è la durata (del progetto, dell’oggetto e della funzione); è la quarta dimensione, il movimento che consente la comprensione complessiva della costruzione: “figure che, intrecciandosi in vario modo, generano quelle rappresentazioni e quei sentimenti del tempo” propri dell’architettura. Il tempo non si lascia comprendere facilmente dall’architetto, perché si trova all’interno del suo operare, non al di fuori come lo spazio (ovvero l’elemento che gli sta di fronte e sul quale egli opera).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Architettura museale e tempo: interpretazione e confronti

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Informazioni tesi

  Autore: Leonardo Palumbo
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Architettura
  Corso: Architettura
  Relatore: Piergiacomo Bucciarelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 75

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