Razza, emancipazione, blackness, nei pan-africanismi di Marcus Garvey e W.E.B. Du Bois

Per poter riflettere sulla centralità di concetti come “identità nera”, “solidarietà razziale” ed “emancipazione razziale”, nei discorsi dei protagonisti del dibattito panafricano, è necessaria una breve introduzione su cosa si intende per “panafricanismo”, e quali sono orientativamente le basi storico-politiche della comparsa del pensiero panafricano.
Con il termine “panafricanismo”, si intendono oggi in realtà diversi movimenti politico-intellettuali che hanno delle comuni basi storiche, ma al tempo stesso delle visioni del mondo, nonché delle prospettive di azione concreta sulla realtà, molto eterogenee.
Innanzitutto, è opportuno considerare il fatto che, dal momento che nasce in un contesto diasporico e interdisciplinare, il panafricanismo non costituisce né un’ideologia unitaria, né un sistema di pensiero i cui canoni e la cui struttura sono definibili una volta per tutte. I movimenti panafricani nascono infatti in Gran Bretagna, in alcuni paesi africani, negli Stati Uniti e nei possedimenti europei dei Caraibi (le Indie Occidentali), spesso influenzandosi tra di loro, ma a volte seguendo delle strade autonome. In secondo luogo le visioni del mondo e le teorie che vengono situate nell’ambito del “panafricanismo”, si sono sviluppate lungo un arco di tempo molto vasto, per cui è ovvio che i contenuti e i linguaggi di un discorso panafricano del diciannovesimo secolo saranno molto lontani e diversi da quelli di un lavoro contemporaneo.
Per avere un'idea più nitida su che cos'è il panafricanismo, è utile distinguere tra quella che è la comparsa dei primi “discorsi panafricani” alla fine del XVIII secolo, e la nascita di un movimento panafricano “vero e proprio”, che avviene agli albori del ventesimo che «il punto di partenza per buona parte dei discorsi sul panafricanismo è la sua origine durante la tratta degli schiavi e in che modo la diaspora africana ha usato ciò come arma politica per costruire una piattaforma per l'identità e l'affinità con l'Africa.», è anche vero che il panafricanismo “vero e proprio”, cioè quel movimento politico-intellettuale che cominciava ad autodefinirsi tale, è qualcosa di diverso e molto più complesso.