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L'iri: dalla nascita al boom economico

L’IRI e gli ambienti liberali

Le idee portate avanti dagli ambienti liberali e dagli imprenditori privati erano di stampo prettamente liberistico classico, e naturalmente si opponevano a qualsiasi tipo di intervento dello Stato nell’economia.
Per quanto riguardava l’IRI la soluzione più comune era quella della liquidazione, con conseguente restituzione ai privati delle aziende gestite dallo Stato, mentre le imprese antieconomiche o redditizie dovevano essere chiuse.

L’IRI era condannato e veniva definito una calamità per la società e l’economia italiana, e ne veniva negata qualsiasi tipo di utilità.
L’ostilità verso l’IRI era da ricercare nel giudizio negativo di tutti gli imprenditori verso le ipotesi di economia mista, che, spiegavano, col tempo si sarebbe trasformata in economia pubblica, che avrebbe soffocato qualsiasi tentativo di iniziativa privata.
Un parere differente e significativo era stato espresso da Angelo Costa, presidente della Confindustria: per il presidente l’unico errore grave commesso dall’IRI era stato l’accentramento delle aziende; la proposta di liquidazione era, in linea teorica, una valida soluzione ma Costa, sottolineò il fatto che il patrimonio dell’IRI non sarebbe stato assorbito dal capitale privato e che, impossibilitati all’eliminazione, l’unica soluzione era quella di alleggerire il patrimonio dell’Ente di quelle partecipazioni che non rientravano nelle sue funzioni.

Costa non era contro l’intervento dello Stato nell’economia ma, chiariva di essere d’accordo solo nella situazione contingente in cui si trovava l’economia italiana in quel momento e anch’egli rifuggiva dall’idea di un’economia mista.
Per riassumere, gli imprenditori privati, gli ambienti liberali e alcuni ambienti cattolici, consideravano l’IRI un organismo antieconomico da liquidare nel più breve tempo possibile, questo perché:

La maggior parte degli imprenditori di fronte ad una qualsiasi forma di regolamentazione, controllo o ingerenza pubblica nei processi produttivi e distributivi della ricchezza fu di aperta e netta avversione. (P. Bini, La proposta economica degli industriali)

Un aspetto che non fu mai considerato e che riguardava l’IRI era il motivo della sua nascita, che non era la volontà dello Stato di intervenire nell’economia, ma il bisogno di salvaguardare l’economia dalla debolezza degli imprenditori privati.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'iri: dalla nascita al boom economico

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Informazioni tesi

  Autore: Evelin Salafia
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economiche
  Relatore: Leila Picco
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 85

FAQ

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