Le tendiniti del comparto anteriore di caviglia negli atleti che praticano nuoto pinnato: Valutazione e proposta di trattamento.

L’importante impegno dei piedi e l’aumento di stress determinato dal cambio di monopinna verso quella inclinata, porta a stabilire il livello di intervento su di essi.
Si valuta e si analizza secondo un criterio: sono presenti disfunzioni meccaniche espressione di una non corretta attivazione?
Essendo le tendiniti la problematica più frequente, presteremo particolare attenzione alle modalità con cui insorgono per capire come la causa possa essere riconducibile ad un gesto tecnico errato, ad un’incapacità coordinativa, o allo stress massimale e continuo a carico dei tendini; occorre quindi eseguire un’attenta valutazione e istruire l’atleta sulle corrette modalità di esecuzione, attraverso un lavoro di equipe con l’allenatore e il preparatore atletico.
In primo luogo è importante conoscere la storia dell’atleta, per cui nella nostra valutazione si rende opportuno conoscere gli anni di pratica e l’effettuazione di un’indagine anamnestica, le problematiche pregresse e se ci sono problemi in corso.
Si orienta poi l’attenzione sul luogo della lesione e si procederà ad esaminare mediante ispezione e palpazione i flessori dorsali della caviglia appartenenti alla loggia antero-laterale quali tibiale anteriore, estensore lungo delle dita, estensore lungo dell’alluce e i peronei; quindi i muscoli flessori plantari della caviglia appartenenti alla loggia posteriore, quali tibiale posteriore, gastrocnemio e soleo.
Successivamente sarà bene analizzare la qualità dei tessuti immediatamente circostanti per verificare la presenza di un’ eventuale rigidità o lassità, e testare la lunghezza delle catene muscolari dell’arto inferiore.
Si procederà quindi all’esame del Range of Movement (ROM).