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Le Modificazioni Spazio Temporali della Modernità nella Danza

Danza e conflitto sociale

La solidarietà all'interno di un gruppo favorita da certi tipi di danza, spesso è associata a sentimenti di ostilità nei confronti di alcune specifiche categorie di estranei.
Coesione interna e conflitto esterno sono due aspetti della stessa situazione. Ciò diventa particolarmente rilevante quando si prendono in considerazione danze di gruppo nelle quali la caratteristica predominante è quella della competizione tra gruppi. Questa competizione può essere vista in termini di una segnalazione di confini in cui si inscena la rivendicazione di una determinata area nei confronti di estranei, senza che si arrivi alla violenza. Il confine tra la danza e la violenza in queste situazioni è piuttosto labile, come dimostra la fase iniziale della danza nuziale dei Samburu, descritta in precedenza, quando i guerrieri di clan rivali gareggiano per la supremazia in presenza delle loro fanciulle, c'è sempre la possibilità sia pur remota, di una rissa.
Questo aspetto è stato messo in evidenza ancor più chiaramente dalla danza dei Maring di Papua, Nuova Guinea, dove la pressione demografica ha dato origine a imponenti manifestazioni di danza che rappresentavano, un'esibizione di forza e aggressività per intimorire i rivali e indurli a disperdersi pacificamente. Una situazione simile è stata descritta per le dimostrazioni di aggressività delle danze eseguite nelle feste organizzate dagli Yanomamo nell'alta Amazzonia. In queste danze è coinvolto lo status: la danza è un'esibizione di forza fisica ed è possibile, anche se raro, che si arrivi alla violenza se, per riaffermare o ridefinire i confini, la tensione sale oltre un certo limite.
C'è un interessante contrasto tra le danze che manifestano solidarietà sociale agli estremi opposti di società dominate dalle differenze di classe. Nelle danze di corte delle élites dominanti, come in Ruanda e perfino nell'Europa del XVIII secolo, la raffinatezza della danza escludeva efficacemente gli arrampicatori sociali diminuendo la possibilità di una competizione diretta, e dava luogo a una reale dimostrazione di coesione tra i privilegiati rinforzando le barriere tra i gruppi sociali.
Le corti nel XV secolo, in tutta Europa facevano a gara per mostrare il proprio potere e prestigio con le arti, e la danza in particolare si prestava a celebrare ambienti fastosi.
Quando Caterina dei Medici, pronipote di Lorenzo il Magnifico, viene in Francia per sposare il duca di Orlèans (futuro Enrico II) portò con sé una troupe di musicisti e di danzatori e il coreografo della corte di Firenze, Baldassare di Belgioioso che, opererà il passaggio dal balletto di corte al balletto teatrale. Nel 1581 alla corte di Enrico III realizzerà il Ballet Comique de la Reine, unendo per la prima volta, la danza, la musica e il dramma teatrale: attorno al tema mitologico dell'incantatrice Circe, con grande dispiegamento di macchinari e getti d'acqua, compone uno spettacolo notturno di sei ore davanti a più di diecimila spettatori. Il successo fu immenso: copie della musica e del libretto furono inviate a tutte le corti d'Europa. Caterina poté dimostrare quanto fosse impeccabile il gusto di una Medici, dato che la sua esistenza a corte era stata segnata da infelicità e umiliazioni, da intrighi contro la straniera discendente da una stirpe borghese, anzi plebea.
Nell'Europa del XVII secolo il minuetto, danza fatta di passi leziosi, dal nome "menu", piccolo, divenne il simbolo di quella attenzione alla forma, tipica della società feudale e caratterizzata dall'enfasi sulla dignità. La delicatezza di quei passettini e di quelle scivolate, interrotti da inchini stereotipati, si adattava appieno, come una danza stilizzata e raffinata di corteggiamento e di amore figurato, all'epoca delle parrucche incipriate. Saper ballare bene il minuetto era il passaporto per entrare nell'alta società agiata.
Mentre, per tutti gli appartenenti alla classe sociale più bassa, le danze dimostrative, in forma di carnevale o di mascherate, possono assumere una connotazione politica.
In questo caso le forme popolari di danza possono essere usate per creare un ampio seguito tra gli oppressi, senza arrivare a un confronto diretto che potrebbe essere controproducente, sia provocando una risposta autoritaria, sia richiamando pochi seguaci e rivelando così una sostanziale debolezza. Il richiamo al popolo attraverso la danza può tuttavia diventare una notevole dimostrazione di potere con implicazioni a lungo termine. Il ruolo della danza nello sviluppo dei movimenti popolari è stato rilevato nel caso della Nigeria durante il periodo coloniale.
E' nelle cerimonie vudu, di cui la danza è parte integrante, che gli schiavi haitiani hanno attinto l'energia necessaria alla resistenza, poi alla vittoria contro i padroni francesi, nonostante fossero sostenuti dall'esercito napoleonico.
Così, ai due estremi della scala gerarchica, la danza viene vista come una manifestazione di solidarietà mettendo in rilievo l'inespugnabile esclusività dell'élite all'estremo superiore, e l'imponente esibizione di coesione popolare e di forza potenziale tra gli emarginati. In questo caso la danza è più che una semplice forma d'arte, o piuttosto è proprio il fatto di essere una forma d'arte che le dà la forza di un richiamo di massa che in talune circostanze potrebbe servire da catalizzatore nel risvegliare il potere delle masse. Questo tipo di danza serve a esprimere lo status politico, lo scontento, e anche la capacità di mobilitare forze imponenti.

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Le Modificazioni Spazio Temporali della Modernità nella Danza

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Informazioni tesi

  Autore: Cristiana Sarritzu
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1998-99
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Giuliana  Mandich
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 91

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