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Scenari per lo sviluppo dell'Alta Velocità ferroviaria in Veneto guardando all'Europa

Riflessioni sul posizionamento delle stazioni

Un secondo spunto di riflessione, non indipendente dal precedente ma, anzi, ad esso strettamente collegato, riguarda il posizionamento delle stazioni della nuova linea. Come già esposto in precedenza, la scelta di RFI è quella di realizzare una linea esterna alle città, che però utilizzi per il carico-scarico dei passeggeri le stazioni della linea tradizionale, situate in posizione favorevole al centro dei rispettivi centri urbani. Una soluzione del genere viene spontanea da pensare, perchè fa parte della modalità con cui, da sempre, si costruiscono strade ferrate in Italia. Presenta anche degli indubbi vantaggi, soprattutto derivanti dalla fitta rete di servizi che sono riservati, in ambito urbano, al raggiungimento delle stazioni passeggeri cittadine, grazie alle corse del trasporto pubblico urbano. Questi scali, inoltre, stanno assumendo negli ultimi anni sempre più la fisionomia di importanti polarità urbane, grazie alla presenza di numerose attività ad essi connesse. A livello gestionale, infine, sono il naturale punto di integrazione tra la futura linea veloce e la linea tradizionale, poiché spesso queste stazioni sono nodi di diramazione delle linee secondarie e regionali.

Nella prospettiva, però, di dover realizzare una nuova linea con caratteristiche di alta velocità che offra un servizio lungo la direttrice padana, emergono anche alcuni svantaggi intrinseci ad una soluzione del genere. Primo fra tutti la forte riduzione di velocità alla quale verrebbero costretti i convogli destinati a sostare in questi scali, causata sia dalla necessità di marciare per un tratto di lunghezza non trascurabile su una linea di tipo tradizionale, progettata secondo caratteristiche ben diverse dalle linee veloci, sia dal fatto che queste linee scorrono su territori fortemente urbanizzati, nei quali, per ragioni di sicurezza, le velocità devono essere diminuite. Spesso soluzioni di questo tipo vengono accettate poiché le elevate velocità della linea compensano in gran parte gli inevitabili rallentamenti urbani. Viene però da chiedersi se è lecito e conveniente trascurare questo fattore anche nel caso della direttrice Milano – Venezia, dal momento che presenta stazioni molto ravvicinate che potrebbero annullare i vantaggi della linea veloce.

Un ulteriore svantaggio di questa soluzione, ancor meno trascurabile del primo, risiede negli ingenti costi di costruzione per adeguare gli scali urbani esistenti al passaggio della linea veloce. Questo perché gli spazi a disposizione sono molto ridotti, e spesso già al limite di capacità per far fronte ai servizi esistenti, perciò le banchine per i nuovi convogli devono essere ricavate a fatica, spesso con l’uso di costosi espropri, in mezzo ad aree a elevata urbanizzazione. L’alternativa è ancora più costosa e consiste nell’attraversamento in sotterraneo dei nodi cittadini, con la costruzione di una fermata ferroviaria vari metri sotto il piano della stazione esistente.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Scenari per lo sviluppo dell'Alta Velocità ferroviaria in Veneto guardando all'Europa

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Polo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria civile e ambientale
  Relatore: Luca Della Lucia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 119

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