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Un'analisi economica delle istituzioni di democrazia diretta in un campione di Paesi

Le determinanti individuali del comportamento sociale

Putnam (1993) mostra nel suo studio sulla tradizione di civicnessin Italia che i governi locali italiani sono più efficienti laddove maggiore è l’impegno civico perché fiducia, reciprocità e abitudini di cooperazione minimizzano la portata dei costi di transazione e stimolano la portata del successo economico. Mentre gli effetti del comportamento sociale sul risultato economico sono stati meticolosamente analizzati, molto meno si sa delle caratteristiche individuali di chi si comporta in modo socialmente desiderabile.

Alcuni papersi sono occupati di fornire una definizione delle caratteristiche del comportamento individuale che influiscono sull’accumulazione di capitale sociale. Il problema cui si cerca di fornire una risposta è quello di definire quali sono gli individui dotati di un maggior grado di senso civico e quali sono le caratteristiche di coloro che si comportano onestamente o di coloro che sono più strettamente coinvolti nella vita della comunità locale. Importanti tentativi di svelare le determinanti individuali del comportamento sociale sono quelli fatti da Alesina e La Ferrara (2002) e Glaeser e al. (2002).

In entrambi gli articoli l’attenzione è rivolta al caso degli Stati Uniti, che è solo più esemplificativo rispetto all’esperienza europea sulle virtù civiche. Alesina e La Ferrara (2002) focalizzano la loro attenzione sul questionario GSS (cioè il General Social Survey), che trattando temi sociali contiene anche dati sul comportamento degli individui e fornisce una risposta al quesito relativo al se e quanto le persone si fidino degli altri. Glaeser e al. (2002), invece, ritenendo che la fiducia non possa essere una misura attendibile nella definizione del comportamento degli individui nella società, utilizzano l’organizzazione di appartenenza quale indice di un buon comportamento sociale, anche se questa proxy non cattura aspetti del comportamento che esulano dall’appartenenza di un gruppo sociale.

Come spiegato da molti autori (tra cui Dasgupta e Saragelding, 2000) il comportamento sociale è multidimensionale, in quanto include molti aspetti della vita sociale che non possono essere facilmente combinati tra loro. Ad esempio, gli individui che sono più inclini a fidarsi degli altri o a cooperare con altre persone non sono necessariamente gli stessi di quelli che nell’ambito della ricerca di lavoro assumono un comportamento corretto ed evitano di affidarsi a favoritismi per raggiungere il risultato previsto.

Ancora, coloro che hanno un interesse per la politica non necessariamente sono gli stessi che sono dotati del migliore senso civico e sono coinvolti in attività svolte per il benessere della comunità come quelle religiose o di volontariato. In questo senso esiste una notevole eterogeneità individuale nelle determinanti dei vari aspetti della vita sociale.

De Blasio e Nuzzo (2009) conducono una ricerca nell’ambito degli studi effettuati per la Banca d’Italia che è formalizzata nell’articolo “Individual determinants of social behavior”. In questo documento essi utilizzano i dati dell’indagine SHIW (survey sul reddito e patrimonio delle famiglie) che contiene una sezione speciale sul comportamento sociale. Tale indagine è condotta ogni due anni dalla Banca d’Italia su un campione rappresentativo di 8.000 famiglie. L’indagine raccoglie informazioni sulle famiglie italiane come l’età, il livello di istruzione e il reddito e fa una distinzione su una serie di aspetti del comportamento sociale:
Gli atteggiamenti di collaborazione con gli altri e verso le virtù civiche;
Gli interessi per la politica;
La partecipazione a gruppi ed associazioni;
La propensione a fare affidamento al favoritismo, inteso come l’aiuto della famiglia, degli amici e dei conoscenti sia nella ricerca di lavoro sia nella gestione dei rapporti con la burocrazia.

I risultati dell’indagine rafforzano la convinzione che il capitale sociale abbia caratteristiche multidimensionali in quanto le sue diverse dimensioni sono solo debolmente correlate le une con le altre e sono spiegate da differenti determinanti individuali. Più nello specifico gli autori riscontrano che gli individui più anziani ed istruiti presentino una maggiore disponibilità alla collaborazione, un interesse più elevato per la politica e una più intensa attività nelle associazioni di volontariato. Inoltre, essi notano anche che essere di sesso femminile ha un impatto più negativo, (espresso in termini di minore propensione alla partecipazione ad attività finalizzate ad un maggiore benessere collettivo), su questi aspetti del comportamento sociale.

Al contrario, il rischio di fare affidamento su vincoli di sangue e su conoscenze personali nel mercato del lavoro o nell’ambito dei rapporti con la burocrazia non dipende da età e istruzione. Le donne si astengono di più da fare affidamento al favoritismo.

Per gli altri aspetti del capitale sociale considerati, il risultato fa riferimento a un più basso livello di senso civico da parte degli individui del Sud. Inoltre si è visto come il possedere una casa di proprietà sia associato con una buona condotta sociale oppure che l’avere opinioni politiche di sinistra aumenta l’interesse per la politica.

Il data – set dell’indagine SHIW include 3.798 osservazioni. Gli autori hanno riscontrato che circa la metà degli individui intervistati ritiene non giustificabili i comportamenti che sono indice di mancanza di senso civico, quali evitare il pagamento di una tariffa sull’autobus o la mancata dichiarazione dei danni fatti accidentalmente ad un veicolo in sosta.

Dal 25 percento delle risposte sulle domande relative sugli interessi individuali per la politica emerge la consapevolezza per le questioni rilevanti per la società, che è segno fondamentale di virtù pubbliche.

Riguardo l’appartenenza ad un’organizzazione, che è assunta come proxy per valutare il comportamento sociale, è emerso che solo il 13 percento degli intervistati ha dichiarato di parteciparvi, dando luogo alla considerazione che minime sono le attitudini alla collaborazione e civismo dei cittadini che, invece potrebbero essere istillate dalla partecipazione ad un’associazione di volontariato.

Il comportamento di cittadini dotati di un grande senso civico contrasta con il comportamento di coloro che fanno riferimento al favoritismo nel momento in cui sono alla ricerca di un lavoro o nell’ambito della gestione dei rapporti con la burocrazia, che è invece sintomo di scarso senso civico. Ad esempio, la richiesta di aiuto per accelerare le pratiche burocratiche è senza dubbio un’attività opportunistica. In Italia il nepotismo, che ha origini storiche molto antiche, ha una lunga tradizione e ha conseguenze sociali negative.

Nell’ambito delle determinanti del comportamento sociale, esse possono essere espresse da variabili che fanno riferimento alle caratteristiche individuali di base. L’età media degli intervistati è di 55 anni (donne nel 38 percento dei casi). Circa il 91 percento degli intervistati possiede un diploma di scuola superiore, mentre circa l’8 percento possiede una laurea. Meno della metà degli intervistati sono impiegati. Gli individui più anziani e più istruiti sembrano essere propensi ad una maggior collaborazione sociale e da un maggior impegno civico.

In primo luogo, il comportamento sociale potrebbe essere correlato con la mobilità geografica. Più a lungo, i rapporti all’interno della stessa comunità possono condurre a buoni comportamenti in pubblico perché le possibilità di un'interazione ripetuta sono aumentate. Ancora, se il comportamento individuale è influenzato dal comportamento medio di una comunità, allora coloro che vivono a lungo nel luogo di residenza possono essere più esposti alla questione morale e alle sanzioni della comunità.

In secondo luogo, il possedere una casa di proprietà può influire sul comportamento sociale. Secondo una lunga tradizione, la proprietà immobiliare influisce sul comportamento di voto di una famiglia, sull’ideologia politica e sull’appartenenza a gruppi. Secondo Di Pasquale e Glaser (1998), la proprietà immobiliare potrebbe creare incentivi per le famiglie a migliorare la qualità delle loro comunità dal momento in cui la qualità di una comunità è capitalizzata nel valore della loro casa.

In terzo luogo, anche la residenza urbana ha effetti sul comportamento sociale. In linea di principio, questo effetto è ambiguo, perché autori come Glaeser (2004) ritengono la residenza nelle città fornisca degli incentivi individuali a farsi coinvolgere nelle questioni civili e politiche, mentre in altri lavori quale quello di Putnam (2000) emerge che le persone sembrano essere più fiduciose e maggiormente inclini a pensare che gli altri siano onesti al di fuori delle grandi città. Forse ciò riflette la presenza di maggiore comportamento opportunistico nelle città: se le aree urbane facilitano l’ascesa sociale, allora è più facile per i cittadini comportarsi opportunisticamente e restare impuniti.

In quarto luogo, è stata avanzata anche l’ipotesi che un comportamento sociale positivo possa essere determinato dall’intensità e la qualità, in termini di soddisfazione, nelle relazioni di amicizia di un individuo (Degli Antoni, 2005). Una maggiore soddisfazione derivante da buone relazioni interpersonali genera negli individui maggiore propensione a cooperare, incidendo positivamente sulle performance economiche a livello aggregato.

Maggiore è la produzione di capitale sociale aggregato se i soggetti, grazie alla partecipazione sociale riescono ad ampliare i loro canali informativi, accrescere gli incentivi economici personali e il benessere economico a livello familiare. Inoltre, avendo gli individui maggiore disponibilità a cooperare, la creazione di capitale sociale ha effetti a livello macroeconomico perché riduce la possibilità di osservare comportamenti opportunistici all’interno delle diverse collettività.

Quindi, concludendo, il comportamento sociale, che ha senza dubbio effetti positivi sul comportamento economico, è caratterizzato da una certa multidimensionalità, poiché numerose e difficilmente combinabili tra loro sono le caratteristiche degli individui dotati di un alto livello di senso civico. In effetti, le determinanti individuali del comportamento sociale sono eterogenee perché variano considerevolmente, dipendentemente dai singoli aspetti della condotta sociale considerati.

Ad esempio, il fenomeno del nepotismo non è correlato con il livello di capitale umano individuale e quindi anche gli individui più istruiti possono far ricorso ai favoritismi intesi come richiesta di aiuto nella ricerca di lavoro o nel disbrigo di pratiche burocratiche. Per questi motivi, resta da fare ancora molta strada prima che una politica di validità generale possa essere tentata.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Un'analisi economica delle istituzioni di democrazia diretta in un campione di Paesi

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Finamore
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economico-aziendali
  Relatore: Nadia Fiorino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 145

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