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Paolo Volponi, la ''Letteratura Industriale'' e i ''diversi'' Volponiani

Gerolamo Aspri: strategie conoscitive e controllo della realtà

Paolo Volponi attraverso la creazione di Gerolamo Aspri intende in qualche modo continuare le gesta eroiche dello sfortunato protagonista de “La macchina mondiale”. Il suicidio di Anteo Crocioni infatti, più che la morte di un uomo ci appare come la fine di un personaggio, il suo uscire tragicamente di scena è indispensabile per lasciar spazio ad un nuovo e più maturo protagonista che possa idealmente portare avanti con ancora maggior consapevolezza la sua ribellione e la sua lotta contro il conformismo della società. Abbiamo già visto come nell’ultima parte del suo secondo romanzo Volponi ci restituisca un Crocioni “selvaggio”, completamente immerso nella natura e vicino ad una condizione animalesca, tutto preso dai suoi “gusti corporali”; questa non è che un’anticipazione di quei comportamenti che caratterizzano l’agire del protagonista di Corporale. Non è un caso poi che lo scrittore in un primo momento per il suo terzo romanzo pensasse ad un personaggio che “Finiva sprofondato nella natura, tutto preso dalla scoperta di fiori, erbe e piante. Era un selvaggio isolato.” (da G. C. Ferretti, "Paolo Volponi")

Gerolamo Aspri fin dalle primissime pagine del romanzo tende la propria sensorialità animalesca, sfrenandola su tutto ciò che lo circonda, disponendosi in un rapporto “carnale” con tutte le cose: “La mia confidenza con i luoghi è da qualche tempo sempre carnale” e ponendo sempre il suo corpo in rapporto con esse: “Sentivo le mie viscere laccate dall’umidità, da una linea retta all’altezza dell’orizzonte marino.” Aspri è incredibilmente avido di sensazioni, quando scopre ad esempio che Ivana, la ragazza da lui corteggiata lo sta “tradendo” con un altro (Il giovane Sauro), protende verso di loro le sue facoltà percettive: “Andai ancora a vedere Ivana e il compagno. [...] Volevo sentire anche il loro odore, ma che fosse il loro, colto da vicino”, le sue facoltà olfattive in particolare ci vengono sempre mostrate come sensibilissime “Mi accompagnò con l’ombrello fino alla macchina...il suo odore si staccò da me come un materiale qualche minuto dopo”, ed egli può autoproclamarsi “cannibale” della realtà e dell’infinita gamma di sensazioni che essa può offrirgli: “I corpi dei bambini sono belli e odorosi accanto a me. Ho bisogno di loro, da cannibale.”.

Come detto poc’anzi, il protagonista di Corporale pone sempre sé stesso in relazione con tutto ciò che lo circonda, anzi, assume questo comportamento come principio fondante ed indispensabile presupposto per la ricerca di un nuovo rapporto con la realtà. Egli si ritrova così a sforzare il suo stesso corpo, spingendo le proprie pratiche ai limiti della sopportazione fisica “Mangiare era un’altra cosa che mi consentiva di impossessarmi del mio corpo. [...] Prendevo cose ghiacciate o bollenti” ed analizzandone poi attentamente le conseguenze: “Potevo tenermi al mio corpo,
approfondendone l’analisi senza sentimenti e pregiudizi [...] secondo quei moti dell’intestino che cominciavano a dominarmi."

(Citazioni da Paolo Volponi, "Corporale")

Questo brano è tratto dalla tesi:

Paolo Volponi, la ''Letteratura Industriale'' e i ''diversi'' Volponiani

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Informazioni tesi

  Autore: Stefano Guida
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Carmine Chiodo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 72

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