Il Podere di Federigo Tozzi

Sono tre i sostantivi che delineano il profilo della poetica tozziana: frammento; mistero; allegoria. Il primo capitolo di questa tesi, dedicato alla biografia dell'autore, ci aveva già introdotti al significato della «poetica del frammento» che, agli inizi del '900, era apparsa così innovativa, rispetto anche ad altre avanguardie come il simbolismo. Nella poetica di Tozzi possiamo individuare due tempi: iniziamo con la poetica giovanile. Essa è affidata agli aforismi di Barche capovolte: qui la scrittura, in particolare, intende porsi come «doppio» dell'anima, come sua fedele e sincera trascrizione, senza nessun tipo di aggiunte o alterazioni.
Per riportare un esempio attinto dall'arte, la scrittura tozziana si comporta, nei confronti dell'anima, come un pittore che esegue la copia dal vero di una natura morta, rappresentandone tutte le sfumature. L'anima però non ha la staticità di una natura morta: presenta, al contrario, notevoli mutamenti e lo scrittore dev'essere in grado di registrare questi cambiamenti repentini, sempre in maniera fedele. Ecco perché la mobilità della scrittura, che non mostra mai una struttura unitaria e facilmente leggibile, è motivata con la sua affannosa rincorsa alla traducibilità dei mutamenti dell'anima. «Sul piano della scrittura, questo corpo a corpo con l'anima per carpirne i segreti può risolversi solo nell'aforisma o nell'appunto lirico, cioè nel frammento». (LUPERINI ROMANO, Federigo Tozzi. Le immagini, le idee, le opere)

Rispetto al discorso unitario che presenta un'immancabile coerenza di causa ed effetto, oltre ad una stretta connessione tra le cose e le parole e assume l'immagine di un flusso continuo, il frammento (come si evince dalla sua stessa etimologia latina: fragmentum, deriva da frangere, cioè rompere) spezza quel flusso continuo per esprimere la fugacità e l'immediatezza di un evento emozionale. Il frammento esplica gli atti sibillini partoriti dall'anima, nell'attimo di un battito d'ali. Questa è la poetica della produzione giovanile in prosa di Tozzi, da Barche capovolte a Bestie. Anche nel periodo romano il nostro autore lavorerà al genere aforistico, ma successivamente prese le distanze dal frammentismo.

Così facendo egli non abbandona la componente lirico-soggettiva della sua arte, ma desidera introdurre il motivo della «cattura» delle manifestazioni dell'anima anche nella novella e nel romanzo. Questi due generi, come sappiamo, richiedono l'invenzione di personaggi, di situazioni oggettive e una durata narrativa. Ecco trattati i due tempi della poetica tozziana: tra di essi non vi è uno strappo improvviso e lacerante, come si potrebbe pensare ad una prima analisi, ma al contrario mostrano una continuità evolutiva. In generale, queste due fasi coincidono l'una con il periodo senese (1908-14), l'altra con quello romano (1914-20).