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La rappresentazione della Grecia nel cinema

La storia del cinema greco

Le origini del cinema in Grecia non sono ancora ben documentate. Nel 1897 o 1898 Atene ebbe il privilegio di vedere il primo tentativo cinematografico proiettato pubblicamente. La reazione del pubblico di fronte al nuovo spettacolo-visivo fu di estrema eccitazione tanto che il cinema divenne un consueto argomento di discussione.

Nel 1903 furono istallati in modo permanente apparecchi di proiezione, ma fu il 1906 l'anno di nascita del cinema greco, quando i fratelli Manakia, con l’aiuto del regista francese Leons e la casa di produzione francese Gaumont, produssero il primo telegiornale dei giochi olimpici di Atene. Il 1910 e il 1911 sono stati gli anni del primo breve film prodotto da Spiros Dimitrakopoulos con la compagnia Atene Films.

La storia dell'industria cinematografica greca si fa cominciare convenzionalmente con il lungometraggio Golfo, un melodramma bucolico uscito nel 1914. Le prime pellicole che si girano dopo le proiezioni dei fratelli Lumière sono cinegiornali e riprese di vita quotidiana, mentre in seguito compaiono le comiche.

Negli anni ‘20 Kostas e Dimitris Gaziadis si occupano di cinema da veri professionisti fondando una casa di produzione (DAG) e producendo i primi lungometraggi, melodrammi pieni di folclore apprezzati dal pubblico e dalla comunità greche all’estero. Ma l’instabilità politica, i numerosi colpi di stato e soprattutto la dittatura di Metaxas (1936) segna una battuta d’arresto sul cinema appena nato fino agli inizi della seconda Guerra Mondiale.

Durante questo periodo il cinema greco rimane confinato alle produzioni amatoriali di un gruppo di cineasti. Seguirono altre produzioni, ma è solo nel 1943 che fu fondato il primo e più importante studio cinematografico del Paese: la Finos Film, che consolida dei filoni di successo per il pubblico greco. Tra il 1946 e il 1949, i film hanno come tema centrale la Resistenza, trattata tuttavia senza grandi sfumature, poiché isolata dal suo contesto sociale.

Vengono inoltre girate varie commedie di cui le più apprezzate sono Papoutsi apo ton topo sou (Comprati le scarpe al tuo paese, 1946) di Alekos Sakellarios, e Ekato hiliades lires (Centomila libbre d’oro, 1948) di Alekos Livaditis. La commedia più audace di questo periodo, Oi Germanoi xanarhodai (Itedeschi ritornano, 1948) di Alekos Sakellarios, è un appello all’Unione Nazionale in un momento in cui la Grecia sprofonda in un clima di esasperato anticomunismo favorito dal Governo.

Il periodo degli anni ‘50 è segnato dall’influenza del neorealismo italiano e, nonostante la censura non consenta di portare sullo schermo i problemi sociali e reali, si cominciano a trattare alcune questioni sociali di attualità. Il settore conobbe in Grecia un momento di particolare fioritura. Due registi importanti emergono nel 1954. Michael Cacoyannis con il suo film Kyriakatiko xypnima (Risveglio di domenica, 1954).

Nello stesso periodo, Nikos Koundouros gira Magiki Polis (La città magica,1954), seguita da O Apakos ( L’orco di Atene, 1956), i suoi due capolavori. Nel 1955, Giorgos Tzavellas realizza la sua opera più compiuta sotto il profilo artistico, I kalpiki lira (La falsa libbra d’oro, 1955). Lo stesso anno Michael Cacoyannis produce Stella (Stella, cortigiana del Pireo, 1955).

Questi film attrassero l'attenzione della critica internazionale. Altro genere cinematografico è quello dei cosiddetti film in “fustanella“, l’abito tradizionale greco. I temi si ispirano a drammi sentimentali del mondo contadino, al folclore, alla storia, nonché alle vicende dei briganti, dei pastori e degli eroi della guerra d’indipendenza. I migliori esempi di questo genere sono Flogera kai aima (Fuoco e sangue, 1961) di Vassilis Georgiadis e Oi Yperifanoi (I presuntuosi, 1962) di Andreas Lambrinos.

Il 1957 è una data importante: Michael Cacoyannis realizza To Koritsi me ta mavra (La ragazza di nero), una storia d’amore che ha come sfondo la vita e l’ambiente di provincia. Brillanti le interpretazioni di Elli Lambetti e Dimitris Horn. Nel 1958, Giorgos Zervos, influenzato dal neorealismo, gira I limni ton pothon (Il lago dei desideri) nel quale descrive la vita e le vicissitudini quotidiane dei pescatori: magistrale l’interpretazione degli attori tra cui Tzeni Karezi. In quegli anni, tra il 1955 e il 1969, la Grecia produceva il maggior numero di film pro capite del mondo, con circa 100 lungometraggi all'anno, fino al record di 117 film nel 1966, divisi principalmente tra commedie, melodrammi sociali, i film in “fustanella” e i musical, che restano i più popolari; inoltre le prime visioni ad Atene e al Pireo contano da 2 milioni a oltre 15 milioni di ingressi dal 1960 al 1969. Ai diversi generi che attirano il pubblico si aggiunge il Musical.

Nel 1960, grazie agli sforzi di Pavlos Zannas viene organizzata dalla Fiera Internazionale di Tessalonica la prima settimana del cinema greco, l’odierno festival di Salonicco. I film più interessanti di quel decennio sono To perasma ( Il fiume, 1960) di Nikos Koundouros e Ta Pedia’ tou Pirea (I ragazzi del Pireo, 1959) che resta il miglior adattamento cinematografico di tragedia greca diretto da Jules Dassin, con una splendida interpretazione di Melina Mercuri e la colonna sonora di Manos Hadjidakis.

Sebbene poco amato dalla critica, uno dei grandi successi popolari di questo decennio è Alexis Zorba (Zorba il Greco, 1964) di Michael Cacoyannis che vinse due oscar che ottenne anche grazie alla colonna sonora di Mikis Theodorakis, una celebrità di livello mondiale. L’analisi e la sfida alle convenzioni sociali e politiche si sviluppa agli inizi degli anni 70’, in un periodo in cui il regime si sente più sicuro e, per motivi politici, intende mostrare all’estero un volto liberale.

Nel frattempo il numero dei film è andato però diminuendo in maniera significativa ed è sceso dai 90 film nel 1971 ai 10 nel 1990 e 1992, a riprova della difficoltà di reperire finanziamenti per film di qualità. Dopo un periodo d’oro l’industria cinematografica greca attraversa una fase di crisi, dovuta in gran parte all’avvento della televisione, alla mancanza di fondi e alla poco favorevole politica di stato; inoltre i registi svolgevano il ruolo di sceneggiatori e produttori, e prediligevano film troppo sperimentali per il grande pubblico.

Il cinema greco di questi anni fu infatti per lo più caratterizzato da epopee lente e cerebrali, cariche di simbolismo; si avvicina alle tematiche politiche e sociali con il regista greco che oggi è più conosciuto all'estero: Theo Anghelopoulos, che raggiunge il successo con Anaparastasi (Ricostruzione di un delitto, 1970), Meres tou ‘36 (I giorni del ‘36, 1972), O Thiasos (La recita, 1975), Oi Kynigoi (I cacciattori, 1977), che formano la sua trilogia storica dal 1936 al 1977.

Quindi gira O Megalexandro (Alessandro il Grande, 1980), per il quale riceve il Leone d’oro alla mostra di Venezia nel 1988, O melissokomos (Il volo, 1986). Infine , in un periodo più recente, Anghelopoulos realizza To Meteoro vima tou pelargou (Il passo sospeso della cicogna, 1991), To vlemma tou Odyssea (Lo sguardo di Ulisse, 1995) che è stato, secondo il periodico “Time”, uno dei dieci migliori film del 1995 e il suo ultimo film, Mia aiwniothta kai mia mera (L'eternità e un giorno, 1998), che ha vinto la Palma d'oro al Festival di Cannes del 1998.

Il regista è considerato l'iniziatore del cosiddetto “nuovo cinema greco”, emerso negli anni della dittatura militare (1967-74); tenta solitamente in modo indiretto e spesso simbolico per via della forte censura, di mostrare le cause che hanno portato alla dittatura di Metaxas e a ripercorrere con lucidità e spirito critico questo periodo, l’occupazione tedesca, la resistenza greca, la guerra civile e il consolidamento di un regime di destra sostenuto dalla polizia.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La rappresentazione della Grecia nel cinema

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Informazioni tesi

  Autore: Marika Laganà
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM)
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze del turismo
  Relatore: Roberto Provenzano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 112

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