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Integrazione dei minori stranieri nelle scuole milanesi: il progetto Start

Minoranze religiose in Italia

“Appartenere a una Chiesa perché essa rappresenta un sicuro, potente in-group, è come ricevere il segno di un carattere assolutista e conseguentemente legarsi al pregiudizio. Appartenere a una Chiesa perché il suo credo fondamentale di fraternità esprime gli ideali in cui sinceramente si crede, vuol dire tolleranza.”

La religione struttura e orienta la percezione dello straniero, fornendogli un codice di comportamento a cui riferirsi per vivere nella società ospitante. L’identità religiosa non rimane stabile e immutata ma cambia e si ristruttura sulla base della nuova condizione di vita.

L’osservatorio olandese European Values Study ha precisato che la gran parte degli europei (in Italia l’82,2%) si considera appartenente ad una determinata religione anche se solo una minoranza frequenta abitualmente una chiesa o una comunità.
Da un altro sondaggio è emerso che gli italiani attribuiscono uno spazio sempre maggiore alla religione, ritenuta “fondamentale” dal 23% della popolazione e importante dal 38% anche se poi vi è la tendenza a credere in un “Dio” relativo alle proprie esigenze.

Per mons. Guerino Di Tora, direttore della Caritas di Roma, “va indubbiamente fatto salvo un atteggiamento di dialogo interreligioso, favorendo tra l’altro una maggiore comprensione tra cristiani e musulmani” e padre Bruno Mioli, responsabile della Pastorale per l’immigrazione presso la Fondazione Migrantes, fa presente che “anche nel documento del Vaticano sulla Pastorale dei migranti (1 maggio 2004) con titolo Erga migrantes caritas Christi, si riconferma l’apprezzamento e l’apertura al dialogo e alla collaborazione nei confronti delle altre religioni, compresa la musulmana”.

Lo stesso Giovanni Paolo II, ricevendo in udienza il 18 maggio 2004 la Plenaria del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei migranti, riunitosi in quei giorni sul tema “Dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale nel mondo delle migrazioni”, ha ribadito che “i processi di mondializzazione non solo chiamano la Chiesa al dialogo interculturale ma anche a quello interreligioso.

Infatti l’umanità del terzo millennio ha urgente bisogno di ritrovare comuni valori spirituali, su cui fondare il progetto di una società degna dell’uomo”. E’ stato detto che l’uomo è un animale religioso. Tutti i popoli di cui sappiamo qualche cosa hanno mostrato di possedere un sentimento religioso.

Al mondo esistono tante religioni, le tre religioni monoteistiche di origine semitica sono l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islamismo. Alcune religioni sono legate alla vita culturale di un determinato popolo, come il Confucianesimo e il Daoismo, lo Shintoismo e le religioni tradizionali africane, americane e oceaniche.

Quando si confrontano diverse tradizioni religiose, bisogna stare attenti a non dare per scontata la propria idea di che cosa sia una religione. Infatti, con la parola religione si possono intendere almeno quattro cose diverse:

1. RELIGIONE COME PRATICA: un insieme di tradizioni, di riti, di racconti, di abitudini e di cerimonie che vengono coltivati da un certo gruppo di persone e che vengono trasmessi di generazione in generazione.

2. RELIGIONE COME VISIONE COMPLESSIVA DELLA VITA: una serie di credenze, un sistema di regole di comportamento, una concezione di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e, in generale, una certa visione del mondo.

3. RELIGIONE COME TEOLOGIA: una dottrina che spiega il rapporto dell’essere umano con tutto ciò che sta al di là della realtà materiale, ovvero con le sfera ultraterrena.

4. RELIGIONE COME ATTEGGIAMENTO SPIRITUALE INTIMO: un rapporto individuale che ciascuna persona sviluppa con ciò che è sacro

Secondo molti studiosi di storia delle religioni, queste ultime non sono dei sistemi fissi e perfettamente coerenti, ma piuttosto delle tradizioni in continua evoluzione. Gli esseri umani che praticano una certa religione, e che la trasmettono alle generazioni successive, vivono all’interno della propria cultura e ne subiscono l’influenza.

Se la cultura d’appartenenza si trasforma, anche la tradizione religiosa è soggetta alle pressioni del cambiamento. Ad esempio, il Buddhismo ha avuto una trasformazione inerente al ruolo che viene assegnato alla donna: il Dalai Lama ha sostenuto, infatti che è necessario rivedere profondamente la posizione della donna (che, come in molte altre religioni, era originariamente marginale e subordinata all’uomo).

Le popolazioni straniere che risiedono in Italia appartengono alle più svariate religioni, ma quelle più rappresentative sono sicuramente l’Islam, l’Induismo e il Buddhismo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Integrazione dei minori stranieri nelle scuole milanesi: il progetto Start

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Informazioni tesi

  Autore: Barbara Cassetta
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Linguaggi dei Media
  Relatore: Marco Lombardi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 82

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