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Il code-switching a Malta

Bi-/Plurilinguismo e contatto linguistico

Tutti i fenomeni sopra descritti rientrano nell’ambito delle ‘lingue in contatto’. Innanzitutto bisogna definire con più chiarezza cosa si intende per ‘contatto’ linguistico. È necessario precisare che il contatto tra lingue non è un fenomeno ‘autonomo’, nel senso che non è sufficiente che due o più lingue coesistano in un determinato territorio; perché il contatto tra di esse si verifichi è fondamentale che entrambe siano usate almeno da uno stesso parlante.
‘L’ambiente’, se così si può chiamare, nel quale può verificarsi il contatto tra lingue è unicamente l’individuo.
Dovendo dare una prima definizione, quindi, si potrebbe dire che il contatto tra lingue è «l’uso di due lingue da parte di un unico parlante bilingue» [WEINRICH 1974: 3].
GUSMANI approfondisce ulteriormente il concetto affermando che il contatto tra lingue consiste nella «sovrapposizione e combinazione degli idiomi interessati nell’uso fattone da parte di un parlante che ne abbia una qualche competenza» [GUSMANI 1987: 87].
La prima definizione, in vista di quella di GUSMANI, sembra più la premessa indispensabile perché si possa verificare il contatto, piuttosto che la definizione stessa del fenomeno. Cioè è necessario che un parlante conosca due o più lingue, perché queste possano, nell’ambito della produzione linguistica dello stesso, venire in contatto e quindi subire una qualche ‘interferenza’. È lo stesso GUSMANI, infatti, a definire la sovrapposizione di differenti codici nell’atto linguistico individuale con il termine ‘interferenza linguistica’. Risulta chiara la stretta connessione tra bilinguismo, contatto e interferenza.
Quest’ultima, infatti, viene anche descritta come «deviazione dalle norme dell’una o dell’altra lingua che compaiono nel discorso dei bilingui come risultato della loro familiarità con più di una lingua, quindi come risultato di un contatto linguistico» [WEINRICH 1974: 3].
Tale definizione, però, sembra tenere conto solamente degli aspetti ‘negativi’ quando parla di ‘deviazione dalle norme’, mentre l’interferenza non è solo un ‘errore’ involontario, ma a volte anche una scelta consapevole dettata da diverse motivazioni, che si concretizza nei modi più svariati e a diversi livelli linguistici. Approfondiamo meglio questo aspetto.
Innanzitutto, se pensiamo all’interferenza come a un fenomeno che avviene nell’ambito della produzione linguistica di una persona bilingue e si manifesta come deviazione dalla norma, possiamo commettere l’errore di pensare che questo fenomeno si manifesti soprattutto nella ‘seconda’ lingua, sotto forma di ‘adattamento’ della sua struttura linguistica a quella più familiare e consolidata della prima lingua. In realtà si può avere interferenza in entrambe le lingue (ricordiamoci, inoltre, che non in tutte le situazioni si può così facilmente distinguere tra prima e seconda lingua; come la metteremo nel caso in cui un individuo abbia imparato entrambe le lingue da piccolo e possieda la stessa competenza in entrambe le lingue?). In ogni caso, ciò che accomuna le diverse situazioni è il fatto che si tratta comunque di ‘imitazione di un modello linguistico in un contesto diverso da quello di pertinenza’, per cui è irrilevante parlare di prima o seconda lingua, ma in quest’ottica sarà più utile parlare di ‘lingua-modello’, cioè quella che esercita l’interferenza, e ‘lingua-replica’, cioè quella che ne subisce gli effetti.
Aver affermato che l’interferenza è un fenomeno che nasce prima di tutto nell’ambito dell’uso linguistico di un parlante, circoscrive il fenomeno a livello ‘individuale’. In effetti, questo è il punto di partenza, che può però evolvere in diversi modi. Se da una parte può restare un fenomeno ristretto ad un unico atto linguistico di un unico parlante, dall’altro potrebbe gradualmente diffondersi all’intera comunità linguistica. In questo caso darebbe vita a una alterazione stabile della lingua replica.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il code-switching a Malta

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Informazioni tesi

  Autore: Elenia Sinzu
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Scienze della comunicazione sociale e istituzionale
  Relatore: Ignazio Putzu
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 101

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