Skip to content

Le popolazioni non urbanizzate della Sardegna romana fra III sec. a.C. e IV sec. d.C.

Le civitates: l’organizzazione cantonale.

La particolare conformazione tettonica della Sardegna ha consentito la creazione di barriere d’ordine geografico fra le varie comunità umane e la creazione di una vita cantonale fortemente segmentata che ha impedito, fin dall’età nuragica, la creazione di un circuito di relazioni che abbracciasse contemporaneamente tutto l’intero territorio isolano e quindi la formazione di una coscienza “nazionale”. La conformazione cantonale del territorio ha dato vita a quadri culturali chiusi e caratteristici fin dalla preistoria dove ogni tribù doveva possedere un territorio ben definito che doveva coincidere con i distretti stessi che la natura aveva creato. L’età fenicio-punica non ha contribuito a chiarire con quali nomi fossero chiamati i cantoni così formati in quanto i pochi scritti che menzionano la Sardegna non contengono né riferimenti a questi distretti né tanto meno i loro nomi. Anche durante la dominazione romana continua a sussistere un vuoto riguardo ai nomi che gli indigeni usavano per chiamare le diverse aree cantonali. In ambito amministrativo non è chiaro come Roma si sia comportata davanti a questa organizzazione territoriale anche se è molto probabile che molti cantoni, delimitati con limiti naturali, siano stati modificati da Roma allo scopo di ottenere aree che fossero equiparabili come risorse economiche e popolazione umana.
La dottrina giuridica romana di età augustea utilizzò l’ambigua nomenclatura di civitas per individuare le popolazioni che vivevano nel territorio e che non avevano raggiunto una forma urbana. Infatti civitas non veniva usato nella consueta accezione di organizzazione di cives di una città provvista di territorio ma nel senso di cantone di popoli barbari che erano appunto privi di un’organizzazione urbana e che probabilmente avevano il territorio suddiviso in pagi. I distretti che Roma creava prevedevano l’aggregazione delle genti sparse in villaggi isolati o nelle campagne ad un centro urbano vicino che fosse una colonia o un municipio mediante il sistema dell’adtributio.
Una comunità viene definita adtributa quando al suo interno non si era stabilito un ordinamento di tipo cittadino e la comunità stessa veniva perciò aggregata amministrativamente e giurisdizionalmente ad un centro urbano vicino. Il centro urbano da cui dipendono queste comunità è sempre un centro di diritto latino o romano, ossia o una colonia o un municipio. In Sardegna non vi è nessuna segnalazione riguardo alla presenza di questo istituto in quanto i casi fino ad ora segnalati riguardano il territorio delle Alpi e delle Prealpi italiche in un lasso cronologico che va dal I secolo a.C. (lex Pompeia del 89 a.C.) fino al periodo augusteo. Tuttavia questa procedura fu usata anche nell’isola come, per esempio, è stato ipotizzato per la regione dell’Ogliastra, probabilmente adtributa al municipium civium Romanorum di Carales.
Una comunità adtributa costituisce politicamente una realtà autonoma in quanto i membri di questa comunità hanno un proprio status personale non legato alla comunità cui sono adtributi anche se sempre inferiore alla comunità dominante.
Inoltre il territorio della comunità adtributa è giuridicamente di proprietà dello stato romano in quanto è un ager ex hostibus captus, quindi territorio di conquista che, probabilmente delimitato per extremitatem, era lasciato alla comunità indigena dietro il pagamento di un’imposta fissa di denaro che andava nelle casse del centro dominante. Infine le comunità adtribute non avevano magistrati e mancavano di giurisdizione propria in quanto l’amministrazione della giustizia era affidata ai magistrati della comunità dominante anche se è probabile che gli indigeni continuassero in molti casi ad attenersi alle antiche norme consuetudinarie soprattutto riguardo alla gestione dei pascoli, delle terre comuni, e nel diritto familiare e successorio.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le popolazioni non urbanizzate della Sardegna romana fra III sec. a.C. e IV sec. d.C.

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Mauro Montalto
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Storia
  Relatore: Silvia Giorcelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 243

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

città
punici
sardegna
epigrafia
popoli
cippi
confini
romani
nuragico
popolazioni
sardo
sardi pelliti
barbaria

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi