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Il Pubblico del Castello dei Pico. Indagine sui Visitatori del Centro Espositivo della Mirandola

Il restauro del Castello

La storia del Castello della Mirandola è caratterizzata da diversi cambiamenti strutturali, architettonici e di utilizzo. Dal XV al XVII secolo, il Castello è stato proprietà della famiglia Pico che ne fece un importante centro culturale dell'Italia settentrionale. Nel 1704 l'ultimo Duca dei Pico se ne andò lasciando il palazzo nelle mani degli Este di Modena che trasformarono la Galleria Nuova (il più importante degli edifici costituenti la Corte dei Pico) in un quartier generale militare, con la progressiva rovina dei manufatti architettonici.
Gli Este mantennero il possesso del Castello fino al 1790 quando il Conte Ottavio Greco Corbelli acquisì buona parte dell'edificio per costruirvi un piccolo Teatro d'Opera che porterà grossi cambiamenti alle strutture e alle disposizioni dei locali.
Nel 1894 il Teatro viene chiuso in seguito a disordini e verrà sostituito nel 1904 dal Teatro Nuovo. Nei primi anni '70 il Teatro viene trasformato in cinema e la Sala dei Carabini (al Secondo Piano) viene adibita a sala da ballo. A metà degli anni '70 i locali adibiti ad alloggi, divenuti ormai fatiscenti, vengono abbandonati dagli occupanti e la chiusura del cinema segna l'ultima tappa di cedimento del monumento che viene lasciato al più completo degrado.

Il restauro del Castello della Mirandola, portato a termine nel giugno 2006, oltre ad aver riportato a nuova vita un monumento importante per il territorio e per l'arte Italiana tutta, offre e offrirà alle popolazioni limitrofe ed extra limitrofe, l'opportunità di usufruire di eventi culturali di qualità. Il progetto di recupero, infatti, dopo decenni di dibattiti, è stato avviato grazie alle prospettive di destinazione pubblica con sale espositive, congressuali e informative. All'acquisto dell'immobile hanno partecipato: il Comune di Mirandola, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Mirandola (che ha la sua sede al terzo piano) ed alcuni privati con attività terziarie e commerciali. Il complesso, inoltre, ospita la sede del gruppo fotografico Leica. Durante i lavori è stata forte la volontà di mantenere i segni degli interventi che si sono susseguiti nel Palazzo dal Medioevo al 1990, così da narrarne la storia architettonica (ad esempio il restauro minimale della sala delle “Prigioni Alte”, corrispondente alla Sala Espositiva 1B, con la conservazione di figure di donne, date e nomi incisi sui muri dai prigionieri; o i balconi a volterrane di fine Ottocento nel cortile interno).
Al Piano Terra, i locali che sono stati scelti per ospitare eventi espositivi, non hanno subito rimaneggiamenti rivoluzionari. Erano già caratterizzati da spazi ampi ed erano direttamente collegati agli ingressi: sia dalla piazza antistante (Piazza Marconi) che dal cortile interno. Da questi saloni ormai pericolanti a seguito dell'abbandono, sono state ricavate 3 sale espositive per mostre temporanee e permanenti corrispondenti alle Sale 1A e 1B (detta “Prigioni Alte”) e alla piccola stanza interrata in prossimità della sala 1A, detta “Prigioni Basse”.
I lavori sono stati di ulteriore ampliamento di queste sale, che sono state alleggerite di tramezze e muri divisori, con il ripristino del portico originale, che si presentava invece come una serie di stanze separate. Ne è conseguito, quindi, l'ammodernamento degli spazi in funzione delle future destinazioni pubbliche (servizi igienici, servizi informativi e commerciali oltre che alle sale prettamente espositive), nel complesso del Piano Terra e nel particolare delle sale espositive.
Tralasciando volutamente le planimetrie degli altri quattro piani per questioni di aderenza al tema, si vogliono sottolineare i due punti cardini di questo lavoro di recupero; ovvero la conservazione dei segni dei cambiamenti architettonici che hanno caratterizzato la vita del Castello; sia per la sua nuova destinazione: intesa sia come centro culturale attivo e diversificato (mostre, conferenze, concerti, proiezioni, seminari ed ufficio del turismo); sia come allocazione di negozi e uffici.

“Il Castello è di proprietà del Comune per quanto riguarda la parte culturale, il resto delle stanze sono uffici privati. Il sindaco (e il più delle volte nella persona dell'assessore alle politiche culturali) presiede ad un consiglio formato appositamente e composto da persone come il signor Vanni Calanca (fotografo, fondatore gruppo Leica Italia), professori di liceo ed universitari residenti a Mirandola, studiosi, ecc. che propongono, studiano e approvano gli eventi da svolgersi nel Castello: dalle mostre temporanee, ai cicli di concerti, alle proiezioni cinematografiche, ai seminari e conferenze sulla Storia e l'Arte dei Pico. Il Museo del Castello e il futuro Museo Civico sono progetti che seguiamo in particolar modo io e il gruppo dell'assessorato alle politiche Culturali di Mirandola.”

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Il Pubblico del Castello dei Pico. Indagine sui Visitatori del Centro Espositivo della Mirandola

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Perondi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Ferrara
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Maria Antonietta Trasforini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 97

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