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La ricerca del rendimento: l’impatto della crisi sul private equity

Le cause più profonde della crisi

Secondo Shiller dunque è la febbre da bolla speculativa la principale causa della crisi dei mutui subprime. E' d'altronde innegabile che, nella trasmissione di questa crisi di carattere locale ai mercati finanziari internazionali attraverso i meccanismi sottostanti alla globalizzazione finanziaria, ed in particolare la cartolarizzazione, si siano evidenziate delle debolezze legate inevitabilmente ad errori di valutazione e al mancato rispetto delle regole e dei ruoli che i diversi attori ed organi avrebbero dovuto ricoprire. Negli ultimi tre anni sono state molte le interpretazioni sulle cause della crisi e dell'inceppamento del meccanismo di trasferimento del rischio, che ha dato il via alla perdita della fiducia sui mercati finanziari da cui è scaturita la successiva recessione dell'economia reale. Tali interpretazioni sono certo influenzate spesso dalla corrente politico/culturale degli osservatori, che si concretizza in accuse più o meno vigorose contro il capitalismo in sé piuttosto che contro l'incapacità delle autorità governative che non hanno saputo adempiere al proprio compito di regolatori. E' anche vero che se agli albori della crisi non era ben chiaro quello che stava accadendo, oggi la maggior parte degli economisti e degli operatori nei mercati finanziari ha avuto il tempo per comprendere più o meno in profondità il contesto in cui questa si è sviluppata e le vie attraverso cui si è poi propagata a livello globale. In questo processo di attribuzione delle responsabilità emergono delle concause che esplicitano meglio l'interpretazione che gli economisti danno di questa crisi. In particolare sono emerse delle corresponsabilità di tutti gli operatori, nessuno escluso. Responsabilità delle autorità di politica monetaria, delle agenzie governative, dell'amministrazione politica, delle banche, delle agenzie di rating e degli investitori istituzionali. I comportamenti perseguiti dai singoli operatori hanno stimolato il crearsi delle condizioni favorevoli per il nascere di una crisi finanziaria, ed hanno manifestato una scarsa lungimiranza diffusa che ricorda il comportamento incosciente della cicala nella celeberrima favola di Esopo.
Se si cerca di fare uno sforzo per sintetizzare i molteplici contributi di giornalisti, economisti, politici, professori e dei molti altri attori che in questi anni si sono avventurati nello studio delle radici di questa crisi, si possono evidenziare alcune questioni principali inerenti alle debolezze del sistema finanziario, riconducibili a:
- l'eccessiva liquidità presente nel sistema a causa della politica monetaria condotta dalla FED sotto la guida ventennale di Alan Greenspan, il quale non avrebbe saputo leggere l'andamento di numerosi indici di mercato che preannunciavano la crisi;
- le responsabilità delle banche relative sia all'eccessivo ricorso alla cartolarizzazione nel tentativo di eludere i vincoli minimi di capitale sanciti da Basilea 2, di cui sono peraltro venuti alla luce i limiti dei meccanismi ideati per raggiungere gli obiettivi fissati, sia all'incapacità di valutare il rischio effettivo degli strumenti emessi;
- il mancato controllo della Securities and Exchange Commission (SEC);
- le interferenze tra politica e industria finanziaria;
- il sostegno all'American Dream, l'obiettivo della casa per tutti, da parte del governo;
- gli errori nella gestione di Fannie Mae e Freddie Mac;
- il conflitto di interesse delle agenzie di rating, anch'esso sotto il tacito accordo delle autorità di vigilanza;
- l'eccessiva fiducia degli investitori istituzionali nel giudizio delle agenzie di rating e la scarsa valutazione del rischio effettivo degli ABS's.
Tutte queste problematiche sono riconducibili sostanzialmente a due aspetti principali, da un lato il ruolo interpretato dalla politica monetaria nello stimolare ed incentivare la speculazione edilizia, dall'altro le vie attraverso cui si sono evoluti la finanza strutturata e gli strumenti per il trasferimento del rischio, e in relazione a questo, i comportamenti perseguiti dagli operatori principali. A quest'ultimo punto si riferiscono tutti quei comportamenti citati nella classificazione sopra riportata, che manifestano la corresponsabilità dei molti attori del sistema finanziario.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La ricerca del rendimento: l’impatto della crisi sul private equity

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Informazioni tesi

  Autore: Cristoforo Cometto
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economico-aziendali
  Relatore: Luigi Gubitosi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 183

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