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Richard Murphy Goodwin: l'economista a più teste

L’incontro con Le Corbellier e la teoria del ciclo

«Nel periodo in cui insegnavo fisica ad
Harvard, durante la guerra, notai un giorno
sulla porta di un collega un nome, Philip Le
Corbellier […]. Cominciò così quello che doveva
essere un lungo e per me fruttuoso legame.»


Il primo stimolante incontro per i contributi fatti dallo stesso nello sviluppo della moderna economia matematica avviene con Philip Le Corbellier, il quale gli insegna l’utilizzazione di metodologie proprie della matematica applicata e la natura della teoria delle oscillazioni, riuscendo in questo modo a fargli consolidare l’interesse per la formalizzazione della dinamica, che si realizza nella riformulazione rigorosa della teoria del ciclo economico: «Con lui io capii veramente la natura del ciclo, che si riproduce per cause endogene e non per cause esterne. Mi insegnò che la teoria semplice delle oscillazioni, lineare e molto facile, è pressoché irrilevante rispetto ai problemi delle oscillazioni reali, che sono non lineari».
L’autore americano si rende conto che il problema fondamentale delle teorie del ciclo basate sull’interazione tra moltiplicatore e acceleratore è essenzialmente connesso proprio al carattere lineare dei modelli, in quanto la teoria lineare non può spiegare l’esistenza dei cicli, perché questi o esplodono o scompaiono. Inizia così a lavorare seriamente sul ciclo introducendo appunto delle non-linearità, che permettono di ottenere delle oscillazioni di rilassamento: l’economia si espande fino al raggiungimento della piena occupazione (limite superiore), dopo di che si rilassa ed entra in una fase depressiva, nella quale permane fino a raggiungere un limite (inferiore) rappresentato dal livello nullo degli investimenti lordi o dalla politica di spesa pubblica. A questo punto comprende che i due i limiti sono, in un contesto economico, molto differenti, in quanto quello relativo alla piena occupazione è esogeno, mentre quello inferiore, essendo legato in modo molto più diretto ai livelli di spesa, sia di privati che dello Stato, è endogeno rispetto alla struttura dinamica del sistema: gradualmente giunge alla conclusione che è richiesta solo la presenza di una non linearità nel modello e che quindi l’economia è un oscillatore unilaterale.
Le Corbellier, dopo un’ulteriore analisi, concorda con la visione dell’economista americano, spiegando a quest’ultimo come non esistesse un solo esempio di teoria di un oscillatore di quel tipo in tutta la letteratura.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Richard Murphy Goodwin: l'economista a più teste

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Informazioni tesi

  Autore: Alex Papi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze Economiche
  Relatore: Ernesto Screpanti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 85

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