Semiotica del serialismo integrale

Un sistema di differenze si basa sul criterio che, Gilles Deleuze, definisce locale o di posizione.
Gli elementi di una struttura non hanno né designazione estrinseca né significazione intrinseca. Cosa rimane? Come ricorda in modo rigoroso Levi-Strauss, essi non hanno null’altro che un senso: un senso che è necessariamente e unicamente di «posizione» (DELEUZE 2004:19).
I posti in uno spazio strutturale sono primi rispetto a ciò che occuperà quei posti. Il valore di un elemento strutturale, infatti, è determinato esclusivamente dal rapporto con gli altri elementi. Nessun oggetto ha senso in sé: esso è tutto ciò che non sono gli altri.
Il senso risulta sempre dalla combinazione di elementi che non sono di per sé significanti (DELEUZE 2004:21).
Pierre Boulez nell’avanzare l’ipotesi seriale basa il suo pensiero sul principio differenziale. La concezione stessa di una serie come elemento autonomo di significazione è esemplare.
Di fronte a un sistema tonale che aveva precostituito i rapporti di relazione tra i suoni attraverso la logica delle scale, Boulez afferma che una grammatica 35
differente rispetto a quella tonale sia possibile. Se il senso si costituisce come valore di posizione, non c’è ragione di pensare che una struttura o un codice alternativo a quello tonale non possa essere utilizzato per significare in egual misura.
La serie dodecafonica, infatti, è definita come una sequenza di dodici suoni in rapporto solo gli uni con gli altri. Schönberg aveva già visto che il sistema musicale, come ogni linguaggio, è fondamentalmente una struttura costituita da valori differenziali.
Pierre Boulez è tanto consapevole di quest’aspetto costituente dei linguaggi che spinge il principio seriale verso il campo delle durate, delle timbriche e delle intensità. Se il senso è differenza è chiaro per il compositore francese che bisogna inserire anche gli altri elementi del suono, oltre all’altezza, all’interno del meccanismo seriale. La serie, infatti, permette a Boulez di controllare e unificare in un’unica logica discorsiva tutte le opposizioni che il campo sonoro propone.