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La comunicazione aziendale del ventunesimo secolo: analisi di un corpus di email in lingua inglese

L’aspetto interdisciplinare: la collaborazione insegnante-esperto

L’apprendimento come processo sociale prevede la costruzione attiva di nuove conoscenze attraverso l’interazione di gruppo. I metodi dell’apprendimento collaborativo e dell’interazione tra pari sono adottati sia in contesti scolastici, come base di attività strutturate di gruppo, sia nell’ambito dell’educazione degli adulti, formazione e aggiornamento professionale. Secondo Trentin (1998), anche nei modelli di insegnamento/apprendimento basati sulla telematica, la dimensione collaborativa è forse l’ingrediente concettualmente più interessante e più pregnante dal punto di vista educativo. Infatti, grazie alla cooperazione possono essere privilegiate forme di apprendimento tradizionalmente meno presenti nei sistemi scolastici: lavoro di gruppo, attività di ricerca documentale, richiesta di informazioni, condivisione di esperienze, confronto culturale e cooperazione al raggiungimento di obiettivi didattici comuni. Tutto questo se ci riferisce esplicitamente alla cooperazione educativa, a processi cioè in cui gli attori principali sono i beneficiari dell’intervento formativo. Tuttavia, la cooperazione può riguardare anche altri momenti della didattica, come ad esempio la progettazione, la conduzione e la valutazione degli apprendimenti o dell’intervento nel suo complesso.
Molto spesso risulta difficile trovare degli insegnanti che già in partenza siano competenti in linguistica e didattica e nel contempo in discipline quali, ad esempio, diritto o economia, così come non è così facile che professionisti (medici, avvocati, economisti) decidano di intraprendere la strada dell’insegnamento. Una possibile soluzione sarebbe quella di formare degli insegnanti ad hoc, provenienti dall’area linguistica e di farli specializzare collaborando con esperti della materia.
Balboni (1994) afferma, infatti, che proprio nell’aspetto interdisciplinare risiede una delle peculiarità dell’insegnamento dei linguaggi specialistici: la collaborazione fra insegnante ed esperto della materia deve precedere quella fra insegnante e studenti. La didattica applicata in questi corsi specialistici dovrebbe essere quindi di tipo collaborativo: “il testo specialistico viene affrontato dai due soggetti sulla scorta delle loro rispettive competenze che permettono all’allievo di cogliere il significato […] e all’insegnante di cogliere gli aspetti formali, sociolinguistici, pragmatici che sono specifici della lingua studiata” (Balboni op. cit.: 138).
Trentin (op. cit.) sottolinea come spesso nel rapporto docente esperto esista una chiara distinzione fra chi sia la risorsa (l’esperto) e chi il fruitore (il docente), in quanto molte volte il rapporto fra le due figure è associato ad attività di formazione, assistenza e consulenza offerta dall’esperto o dallo specialista di settore nei confronti del docente. Sarà quindi possibile parlare di effettiva cooperazione fra i due ruoli quando le due figure assumono vicendevolmente la veste di risorsa e fruitore; fra insegnante ed esperto si viene quindi a creare un canale di comunicazione bilaterale, attraverso il quale da un lato il docente possa ricevere formazione, aggiornamento, supporto metodologico ed assistenza e dall’altro l’esperto possa avere un contatto con le realtà che più direttamente sono legate alla sua attività professionale (ad esempio un metodologo didattico con un gruppo di insegnanti). Balboni (op. cit.) sostiene infatti che l’insegnante di lingue non si sostituisce mai all’esperto della materia, ma crea le condizioni affinché avvenga l’apprendimento, mettendo a disposizione dello studente le sue conoscenze, cioè la didattica e la lingua in questione e sfruttando quelle dell’allievo nella materia specifica.
Secondo Trentin (op. cit.), una cooperazione allargata tra studenti, insegnanti ed esperti rappresenterebbe la ricetta ideale in quanto condizione per un’effettiva apertura della scuola verso il mondo reale. A tale proposito la telematica potrebbe giocare un ruolo determinante favorendo il contatto diretto fra scuola ed esperti che operano al suo esterno (esperti delle diverse discipline, specialisti in particolari settori della ricerca o delle attività lavorative, ecc.). Questo potrebbe avere come ricaduta un forte avvicinamento degli studenti alle problematiche del mondo reale, creando le condizioni per un apprendimento basato sull’esperienza diretta, riducendo sempre più quel solco che spesso separa l’acquisizione di nuove conoscenze dalla capacità di applicarle in un contesto reale. In questo modo gli studenti e gli insegnanti non sarebbero più costretti a rimanere completamente isolati nelle loro classi e allo stesso tempo si potrebbe dare un significato nuovo al termine di “pubblica istruzione”, un significato più aderente ai bisogni conoscitivi dei discenti e dei loro docenti.

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La comunicazione aziendale del ventunesimo secolo: analisi di un corpus di email in lingua inglese

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Informazioni tesi

  Autore: Alfredo Schiavone
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue straniere per la comunicazione internazionale
  Relatore: Amanda Clare Murphy
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 149

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