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Le direttive comunitarie in materia di crisi e ristrutturazione d'impresa

La nozione di entità economica organizzata

Secondo quanto recita l’art. 1, n. 1, della direttiva 77/187/CEE, la disciplina comunitaria «si applica ai trasferimenti di imprese, di stabilimenti o di parti di stabilimenti ad un nuovo imprenditore in seguito a cessione contrattuale o a
fusione».
Così definiva il proprio ambito di applicazione la direttiva originaria, «facendo riferimento ad una realtà giuridicamente indeterminata, qualificata in funzione dei suoi effetti e non dei suoi elementi costitutivi».
La direttiva 98/50/CE ha tentato di fornire una definizione meno ermetica di trasferimento d’azienda nei seguenti termini: «è considerato come trasferimento ai sensi della presente direttiva quello di un’entità economica che conserva la propria identità, intesa come insieme di mezzi organizzativi al fine di svolgere un’attività economica, sia essa essenziale o accessoria».
Quest’ultima disposizione non è altro che la ricognizione, nonché la codificazione legislativa, del lungo percorso interpretativo della Corte di Giustizia maturato negli anni precedenti102 e la definizione in essa contenuta rappresenta il traguardo di un faticoso percorso, cominciato intorno agli anni Ottanta, che qualcuno non ha esitato definire una vera e propria «saga».
La Corte di Giustizia, nel ritenere applicabile la direttiva in tutte quelle vicende circolatorie il cui oggetto è costituito da un’entità economica organizzata che mantiene la sua identità anche dopo il trasferimento, ha «este[so] quanto più possibile l’ambito di applicazione delle direttive senza sentirsi vincolata dalle complicazioni interpretative – ed anzi, probabilmente sfuggendovi in modo consapevole – che taluni ordinamenti avrebbero potuto innescare in materia», proprio in relazione a categorie quali l’impresa e l’azienda.
La costruzione di questo nuovo concetto, anche per ciò che riguarda le scelte lessicali, mira a facilitare l’uniformazione dei diritti nazionali al diritto comunitario, evitando le inerzie interpretative che, due categorie tradizionali come quelle di impresa o di azienda, portano con sé: occorre dunque tener presente che ogni qual volta la Corte utilizza espressioni differenti – come impresa, stabilimento, parte di impresa, cambiamento d’imprenditore, attività economica – ciò avviene in modo assolutamente slegato dai significati tecnici che i legislatori nazionali gli attribuiscono abitualmente, poiché l’asse interpretativo si identifica precipuamente nella nozione di entità economica organizzata.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le direttive comunitarie in materia di crisi e ristrutturazione d'impresa

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Ciminiello
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze del Governo e dell'Amministrazione
  Relatore: Mariapaola Aimo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 268

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Parole chiave

trasferimento d'impresa
crisi e ristrutturazione d'impresa
insolvenza datoriale
licenziamenti collettivi
diritto comunitario
diritto del lavoro
tutela dei lavoratori

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