Pier Paolo Pasolini: arte, impegno e critica di un marxista eretico

Come si può dedurre dalle pagine precedenti, in Pasolini, il quale è animato dalla nostalgia per una cultura scomparsa e dal desiderio di combattere l’omologazione della società, l’influenza di Marx si manifesta quantomeno indirettamente nell’interesse che egli mostra nel difendere la cultura popolare dalla bocca divoratrice della classe borghese, e già in questo il suo è un marxismo non ortodosso, non rigorosamente allineato alla tradizione. La nota distintiva del marxismo di Pasolini è individuabile nel diverso modo di concepire la religiosità, in particolar modo nella società capitalista dei suoi tempi. Marx come maestro d’economia politica, dunque, ma non come modello d’ispirazione in campo morale perché è netta la distanza che Pasolini sente rispetto alla sua concezione della religione come oppio dei popoli (“la religione è il gemito dell’oppresso, il sentimento di un mondo senza cuore, e insieme lo spirito di una condizione priva di spiritualità. Essa è l’oppio del popolo”), perché Pasolini, nonostante sia dichiaratamente ateo, ha un forte senso del sacro e ciò contro cui si accanisce non è la religiosità ma la sua configurazione come Chiesa, la sua istituzionalizzazione. In proposito scrive: “la questione religiosa resta sempre un fatto essenziale anche per chi si senta squisitamente laico, quando religione non sia semplicemente istituzione ma impulso attivo e vitale alla concretizzazione degli assunti etici.” In Marx invece viene posta la critica alla religione come base per ogni altra critica.
Egli riprende, com'è noto, la teoria di Feuerbach per cui la religione è una forma di alienazione tale per cui l’uomo “[…] prima ancora di trovare la sua essenza in sé, la traspone fuori di sé. Il suo Dio è come egli pensa, come egli è orientato. Puoi conoscere l’uomo dal suo Dio, e Iddio dall’uomo; Dio è l’interiorità resa manifesta, l’espressione della individualità umana riflessa; compito sarà di dimostrare che l’opposizione di divino e di umano è del tutto illusoria, e che l’oggetto e il contenuto della religione cristiana è interamente umano”. Tuttavia Marx dichiara espressamente di andare oltre Feuerbach, in quanto nonostante questi abbia il merito di avere intrapreso, attraverso la critica dell’idealismo, la strada per il capovolgimento del rapporto soggetto-oggetto riportando l’attenzione sull’uomo come soggetto della storia e nonostante l’ammirazione nei suoi riguardi gli faccia scrivere grandi elogi ne La sacra famiglia (“Chi ha svelato il mistero del «sistema»? Feuerbach. Chi ha messo al posto del vecchio ciarpame e anche “dell’infinita autocoscienza”, non il “significato dell’uomo”, come se l’uomo avesse qualche altro significato oltre a quello di essere uomo! ma l’uomo puro e semplice? Feuerbach e solo Feuerbach”), Marx crede che Feuerbach non sia stato capace di andare oltre l’idealismo, vale a dire oltre la vecchia filosofia, oltre l'ideologia nel senso per cui si pretenda che il pensiero e il concetto determinino la concretezza dei processi storici nella loro idealità, e non in quanto pratiche trasformatrici concrete.