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La gestione della sicurezza europea tra governance e frammentazione. Il ruolo delle istituzioni e il caso del Kossovo

Il concetto di gestione delle crisi nel contesto della trasformazione della NATO

La gestione delle crisi avrebbe pertanto ricoperto un ruolo centrale all’interno dell’impianto della “nuova” NATO. A tal proposito, è importante analizzare nello specifico cosa s’intende con operazioni di crisis-management, per cogliere a pieno la portata dell’adozione del concetto di missioni non - articolo V. Come abbiamo visto, non essendo presenti, nel testo originale del Trattato di Washington, riferimenti alla possibilità di operazioni di natura diversa rispetto alla difesa territoriale collettiva, le nuove operazioni di crisis management vengono fatte rientrare nell’ampio spettro delle operazioni “non - articolo V” sotto la definizione di “crisis-response operations”. Obiettivo di queste operazioni è fornire sostegno a processi di pace in zone di conflitto, configurandosi pertanto come Peace Support Operations (PSOs), definite da una serie di caratteristiche fondamentali:
· Carattere multifunzionale;
· Natura imparziale delle forze presenti sul campo;
· Attivazione delle operazioni con supporto di mandato ONU o OSCE o su richiesta di uno stato sovrano;
· Coinvolgimento di strumenti di natura militare e/o di agenzie umanitarie o entità diplomatiche;
· Obiettivi specificati all’interno del mandato di riferimento
All’interno del gruppo delle PSOs, è possibile inoltre operare ulteriori distinzioni sulla base del livello di coercizione richiesto e autorizzato.
Attività di crisis-management possono infatti presupporre una serie di opzioni alternative d’intervento, che rientrano nella definizione generale di prevenzione dei conflitti e comprendono attività di natura prettamente politico diplomatica volte ad evitare l’esplosione di ostilità in zone considerate a rischio.
In particolare, in ambito NATO è possibile annoverare: operazioni di preventive deployment, in riferimento al dispiegamento di forze operative in grado, grazie ad un sufficiente potenziale di deterrenza, di prevenire eventuali escalations di ostilità in contesti destabilizzati; operazioni di peace-making, che possono assumere due connotazioni estremamente differenti, se non, in taluni casi, potenzialmente antitetiche.
Da un lato, infatti, con riferimento al lessico ONU, si riferiscono all’utilizzo di mezzi esclusivamente pacifici per portare a termine un conflitto in corso. Tuttavia, come vedremo in riferimento alle disposizioni UE in materia - che definiscono la natura e il carattere delle “missioni di Petersberg” - si fa riferimento ad uno spettro di operazioni ben più ampio, sia di natura civile che di natura militare, che può presupporre il ricorso all’uso della forza. Il lessico NATO sembra si conforma invece alle disposizioni adottate in sede ONU, poiché associa l’idea di peace-making allo spettro di attività di natura diplomatica che possono essere intraprese per portare le parti coinvolte ad un cessate il fuoco (NATO Handbook, 2001: 243).
Infine, all’interno del framework NATO, vengono esplicitamente annoverati interventi di natura civile, volti alla gestione di disastri naturali, umanitari o tecnologici che richiedano un supporto logistico esterno alla popolazione civile. A partire dal 1999 missioni di natura civile, intese come interventi dell’Alleanza a sostegno della popolazione civile in situazioni di calamità naturale o di emergenza umanitaria vengano considerate parte integrante delle attività dell’Alleanza. Recentemente, alcuni stati colpiti in situazione di crisi hanno esplicitamente richiesto il sostegno delle forze NATO per far fronte ai problemi logistici che caratterizzano situazioni di questo genere, come ad esempio la difficoltà nel far pervenire aiuti umanitari o nel portare soccorso alla popolazione civile. Un esempio in tal senso sono state le richieste avanzate dal Pakistan in seguito al terremoto che ha colpito il paese nel 2004.

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La gestione della sicurezza europea tra governance e frammentazione. Il ruolo delle istituzioni e il caso del Kossovo

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Informazioni tesi

  Autore: Sara Bonanni
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Sonia Lucarelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 178

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