Il passaggio da gioventù ad età adulta nell'Italia dei primati demografici

Negli anni '80 due sono i motivi che spingono un giovane ad uscire dall'alveo familiare.
Il primo, in termini anche numerici, è il matrimonio. Il secondo è rappresentato da motivi di lavoro. Anche in questa analisi si rilevano diverse strategie sia di genere, sia rispetto alla ripartizione geografica. Al Nord uscire di casa per motivi di lavoro registra percentuali molto basse, sia per gli uomini che per le donne. Al Mezzogiorno, al contrario, tra il 20 e il 22% degli uomini, negli anni 1983 e 1988, dichiara di non vivere più con i genitori per motivi lavorativi. Questo dato riconduce, nuovamente, alla difficile condizione occupazionale dei giovani meridionali, ancora costretti a cambi di residenza, anche di centinaia di chilometri di distanza dalla casa paterna.
Nelle donne l'uscita da casa per motivi lavorativi rimane sempre molto bassa (dal 2 al 5%), ma, anche se di pochi punti percentuali, superiore al Sud. Per quanto riguarda, invece, le donne e l'istituzione matrimoniale, dall'80% in su, lungo tutta la penisola, è proprio quest'ultima a spingerle all'uscita da casa. Questo vale soprattutto al Nord (89 – 91%), seguito dal Sud che registra un 87 e 88% sempre per gli stessi anni.
Per gli uomini si registrano percentuali relativamente più basse rispetto all'uscita da casa per matrimonio o convivenza. Anche in questo caso sono i giovani del Nord quelli a presentare le percentuali più alte (79 e 82%).
Guardando ai dati, per l'anno 2007, sui motivi che spingono i giovani all'uscita da casa, si possono formulare ipotesi e confronti, rispetto alle percentuali appena descritte e per ripartizione geografica.
Al Nord, non sembra più essere il matrimonio il primo fattore motivazionale all'uscita da casa. Infatti, si registra un cospicuo 38,4% di giovani che dichiarano di essersi trasferiti per esigenze di autonomia ed indipendenza. In realtà, vanno rilevati il 29,4% di usciti per matrimonio e il 20% di usciti per convivenza.