La visione russa del mondo: toska, dusa, volja

La parola anima, come afferma Francesco Sarri (1975: 7), copre per noi un’area concettuale nella quale coesistono e si intrecciano principalmente quattro dimensioni.

La prima dimensione è quella che potremmo chiamare biologica o vitalistica. Infatti, per anima, si intende in linea generale il principio vitale, e per così dire, il cespite stesso della vita, di quella umana come di quella animale.
Le seconda dimensione, che potremmo chiamare personalistica o anche etica in senso lato, è invece per molti aspetti quella davvero qualificante, perché in questo caso, con la parola anima intendiamo riferirci al nostro io, ossia alla nostra coscienza personale, alla cifra irripetibile della nostra individualità, al nostro pensiero, in ultima analisi, al nostro vero essere.

La terza dimensione, che potremmo chiamare metafisica, intende l’anima come ente spirituale, che in quanto tale si contrappone al corpo, che è invece materiale, o per lo meno, si distingue ontologicamente da esso, come lo spirito dalla materia.
La quarta dimensione, infine, che potremmo chiamare escatologica, forma il momento propriamente religioso nella concezione dell’anima. Essa viene intesa come una realtà che permane dopo la morte dell’uomo, o per meglio dire, che sopravvive alla dissoluzione del corpo, e che a seconda della vita da essa condotta, merita un premio o un castigo.

Nel concetto di anima, quindi, si condensano diverse nozioni cruciali per comprendere noi stessi in quanto esseri umani: l’anima come principio vitale, che distingue la vita dalla morte, l’anima come persona, che garantisce l’identità di un individuo dalla nascita fino alla sua morte, l’anima come coscienza, l’io interiore che controlla passioni e azioni, e l’anima come spirito, entità ultraterrena che sopravvive alla morte del corpo.
Il dibattito sul significato del concetto di anima però, non è nato nell’epoca moderna, ma si è sviluppato in filosofia, dall’antichità fino ai giorni nostri, presentando diverse evoluzioni nel corso della storia.

Non c’è dubbio, che l’idea di anima, sia una crezione del mondo greco, e possiamo dire che sia stata una delle sue creazioni spirituali più caratteristiche e preziose. Essa non fu certamente il frutto di un unico atto creativo, di un unico pensatore, e neanche di un unico momento culturale, ma nacque e crebbe ad opera di diverse componenti della cultura greca.
Molti, sbagliando, ritengono che il concetto di anima sia una creazione cristiana: in realtà, questo concetto comparve la prima volta con Socrate, il quale ne fece il centro degli interessi della sua stessa filosofia. Prima di Socrate, la filosofia si occupava del mondo o della natura, ed è quindi solo con lui (e col suo discepolo Platone) che venne utilizzato il termine psyché (anima) per indicare il mondo interiore dell'uomo.