Strutture ecclesiastiche dell'Ovadese medioevale

La diffusione benedettina nell’Oltregiogo avviene nel periodo dell'ultima fase di quel processo di incastellamento, portato a compimento dai signori fondiari, che ha come fine la soddisfazione del loro desiderio di ottenere una legittimazione giuridica oltre che economica, come abbiamo già notato precedentemente.
Il monastero cistercense di Tiglieto si inserisce invece pienamente nel nuovo momento della storia del territorio d’Oltregiogo, quello che vede la lotta tra le famiglie aristocratiche che avevano ottenuto giurisdizione sulla zona e la crescente potenza delle istituzioni urbane, ormai totalmente svincolate dal dominio signorile, ed avviate loro stesse a divenire contendenti autonomi nella lotta per il potere.

In questo contesto ha un suo ruolo anche la vicenda dello scontro tra Innocenzo II e l’antipapa Anacleto II, scontro che porta il primo a cercare alleati tra le grandi famiglie aristocratiche del Nord, in funzione soprattutto anti-milanese, e a distribuire la propria protezione apostolica a quegli ordini che si schierano dalla sua parte, primi tra tutti i cistercensi di Bernardo di Chiaravalle. Nello stesso momento in cui l’abbazia di Tiglieto viene assunta sotto la protezione pontificia, a Genova viene concessa la sede arcivescovile, ciò che la sottrae alla dipendenza da quella di Milano contraria al pontefice. Nel contempo parte la lotta che opporrà i marchesi dell’Oltregiogo a Tortona e Genova per il controllo dei passi di valico tra Liguria e Piemonte.

Il contesto politico, che vede il presule di Acqui, membro della famiglia del Bosco, e l’intera famiglia stessa schierati dalla parte di Innocenzo II, ci permette di dare una interpretazione dell'atto di donazione voluto da Anselmo del Bosco nel 1131, che rappresenta una legittimazione ed un rafforzamento giuridico del monastero. Con questo atto viene in fondo creato un punto di riferimento in una zona semi disabitata del territorio marchionale.