La questione cipriota nel contesto delle Nazioni Unite

A seguito dell’ellenizzazione della Repubblica di Cipro, i greco-ciprioti avrebbero assunto il ruolo di un attore che poteva e pretendeva agire in modo indipendente per la difesa dei suoi interessi. La leadership greco-cipriota aveva già dato prova della sua tendenza a muoversi indipendentemente da Atene quando lo giudicava opportuno, senza prendere sul serio gli avvertimenti della Grecia, le minacce della Turchia, ma anche quelle delle grandi potenze occidentali. La grande determinazione del presidente Makarios di proseguire su questa strada, ebbe vaste conseguenze per la questione cipriota, smascherando infine anche la diversità di fini tra Atene e Nicosia.
Nel periodo critico per Cipro, infatti, la Grecia continuò ad adottare un atteggiamento esitante, mostrando grande disponibilità alla collaborazione con la Turchia e la Gran Bretagna, potenze garanti di Cipro che auspicavano la preservazione della sistemazione di Zurigo-Londra, la quale era messa in dubbio dai greco-ciprioti.

Il governo greco insisteva infatti sulla necessità di una soluzione pacifica del problema di Cipro, cercando di persuadere anche i ciprioti che l’unico modo per migliorare il regime degli accordi di Zurigo-Londra era tramite negoziati tra le potenze garanti. Tale atteggiamento, tuttavia, non poteva che allarmare i greco-ciprioti: il governo di Nicosia, il quale lottava per assicurare la posizione greco-cipriota alla guida della Repubblica, affrontava ora il rischio di perdere il controllo della situazione nel paese a causa del forte intervento esterno, incoraggiato ancora una volta dalla Madrepatria.
Il Consiglio di Sicurezza adottò così la risoluzione n. 186 con la quale: chiamava gli Stati membri ad astenersi da ogni azione o minaccia di azione che avrebbe peggiorato la situazione nella sovrana Repubblica di Cipro; chiedeva al governo di Cipro, il quale veniva riconosciuto responsabile per il mantenimento e la restaurazione della legge e dell’ordine, di prendere misure addizionali per fermare la violenza nell’isola; raccomandava la creazione, con il consenso del governo di Cipro, di una forza di peace keeping delle Nazioni Unite a Cipro, nota anche come Unficyp.

Sulla base del “diritto di necessità”, la Repubblica di Cipro continuava ad essere rappresentata dal governo di Nicosia all’esterno, mentre nell’ambito interno l’ordine costituzionale del 1960 continuava a funzionare modificato (cioè con la sola presenza dei greci nei vari organi dello Stato) sino al ritorno alla normalità. Si trattava, indubbiamente, di un’importante vittoria diplomatica di Makarios, il quale abbandonò progressivamente anche la linea seguita da Atene e con essa l’idea dell’Enosis, al perseguimento della quale presto la Grecia avrebbe fatto ritorno. L’Arcivescovo legava ormai la propria sorte con l’indipendenza dell’ellenizzata Cipro.