Sistemi digitali: indagine sperimentale sulle variazioni dosimetriche

Lo straordinario progresso delle tecnologie nel campo della diagnostica per immagini e l’introduzione dei sistemi digitali in radiodiagnostica ha messo a disposizione del clinico un bagaglio diagnostico sempre più dettagliato ed accurato.
La sanità ha per missione “la produzione” di salute, intesa come ricchezza economica, come eliminazione dell’inefficienza,come perseguimento dell’efficacia e dell’appropriatezza delle prestazioni rese.
Da ciò che è stato empiricamente dimostrato in questo studio se ne deduce però che l’uso disinformato, incauto o compiacente della tecnologia digitale ha indotto probabilmente a sottovalutare i principi cardini della radioprotezione. Non è tutto oro quel che luccica quindi agli occhi di chi comprende che il progresso economico e sociale oggettivamente apportato in tal ambito non è stato del tutto accompagnato da una crescita di qualità e di razionalità nel suo utilizzo: si può ben affermare di esser dinanzi a ciò che è stato chiamato il “machismo radiologico”! E’ proprio in questo contesto che il Tecnico Sanitario di Radiologia Medica riveste una figura di un operatore che secondo le leggi 1103/65, 25/83, 746/94 e 230/95 dovrebbe rivolgere la sua attività all'uomo sano o malato assumendosi quindi la responsabilità legale degli atti di sua competenza, in particolare controllando il corretto uso delle apparecchiature a lui affidate, realizzando i programmi di controllo e garanzia di qualità, partecipando alla determinazione della politica professionale e sanitaria.
L’attività scientifica, essendo un’attività umana, cioè libera e responsabile, è regolamentata con leggi che rendono ufficiale ciò che dovrebbe essere all’interno di ogni uomo, in modo che non possa essere interpretato o messo in discussione: a tal scopo ha ragion d’essere il Codice Deontologico! Nonostante le norme giuridiche e deontologiche definiscano specifici diritti e doveri del tecnico di radiologia, in realtà egli deve trovare soprattutto in sé stesso, nella sua cultura, nella sua sensibilità le indicazioni più idonee alle scelte cui è chiamato, anche a costo di assumere decisioni non immuni da responsabilità.
Il TSRM,inquadrato professionalmente secondo il Decreto Ministeriale 26 settembre 1994 n. 746, risponde a criteri guida dati dal contenuto del profilo professionale e dal codice deontologico che contiene norme deontologiche insindacabili in sede di legittimità. La condotta del TSRM deve pertanto ispirarsi ad un sicuro fondamento di scienza e di tecnica e ad una sensibilità spiccatissima d’indole etico-giuridica, al fine di recepire quelle regole di comportamento che assicurino una completa tutela dei diritti personali e sociali. L’attuale dimensione della sua responsabilità è essenzialmente etica e risiede nel dovere e nell’obbligo di rispondere al paziente e alla società. Ne deriva che la condizione essenziale per procedere ad un legittimo trattamento diagnostico risiede soprattutto nella ricerca di un’armonia tra “libertà dell’atto tecnico” e “sacralità dei diritti individuali” nel quadro della tutela della salute garantita dallo Stato.
Molte leggi e soprattutto il Codice Deontologico dei TSRM, riconoscono più autonomia e responsabilità alle professioni sanitarie, proprio con l’intenzione di recuperare una componente etica più adeguata ad un tecnico che ha sempre più a che fare con un paziente inteso come uomo .