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Il coinvolgimento della Cia e degli ulteriori attori nella guerra per procura anti-Urss in Afghanistan

Il piano Sovmat

Il Congresso aveva autorizzato bilanci annuali per il programma afgano della C.I.A. per ognuno degli anni fiscali che partivano da ottobre. Le cifre approvate lievitarono di molto durante la permanenza di Hart a Islamabad: da circa 30 milioni di dollari dell'anno fiscale 1981 ai quasi 200 del 1984 (Mosca però dava molti più soldi ai comunisti di Kabul: il budget ammontava a più di un miliardo di dollari nel solo 1980 e continuò ad aumentare negli anni successivi). Cominciarono ad affluire nuove armi più potenti. La C.I.A. era ben felice di comprare armi comuniste sui mercati globali del settore e di consegnarle agli afgani che erano anti-comunisti; Langley spediva le armi polacche in Afghanistan affinché venissero impiegate contro le truppe russe.

Gli uomini che combattevano la Guerra Fredda elaborarono un piano Top-Secret finalizzato a comprare, prendere in prestito o rubare materiale bellico nuovo e tecnologicamente aggiornato per integrare l'armamento originale sovietico un po' vecchiotto fornito dall'Egitto, da Israele e da altri Paesi, nonché quello falso che usciva in gran parte dalla fabbricazione di Sadat in Egitto58. Questo piano segretissimo, dal nome in codice Sovmat, probabilmente non era noto nemmeno al presidente Zia-Al-Haq ed ai comandanti dell'I.S.I., ed in parte prevedeva l'applicazione di tecniche sofisticate, già elaborate dalla C.I.A. nel corso delle guerre d'Indocina, soprattutto in Vietnam, negli Sessanta e Settanta.

Operando attraverso una serie di società fantoccio e di finte organizzazioni politiche, la C.I.A., secondo il piano Sovmat, avrebbe acquistato armi dai paesi est-europei e da altri organismi, come il consorzio bulgaro Kintex che avevano accesso agli armamenti sovietici in quanto membri del Patto di Varsavia. Dei materiali acquistati facevano parte i carri armati sovietici di ultima generazione e gli impianti radar. Queste apparecchiature acquisite e collaudate dalla C.I.A., facilitavano l'applicazione di contromisure.
La corruzione e la demoralizzazione tra le file sovietiche resero più agevole il compito alla C.I.A. Certi suoi intermediari afgani compravano casse su casse di armi nuove di zecca, ancora confezionate come erano uscite dalla fabbrica, provenienti dal quartier generale del 40a Armata sovietica di istanza a Kabul. Gli ufficiali che gestivano il piano Sovmat fornirono un elenco di desiderata agli agenti della C.I.A. e dell'I.SI. che operavano in Pakistan e che a loro volta inviarono mercenari afgani a saccheggiare gli arsenali sovietici in cerca di armi e dispositivi interessanti.

Ai combattenti addestrati dall'I.S.I. su istruzioni della C.I.A., s'insegnava a sottrarre ai soldati sovietici e ad altre forze speciali il loro armamento che veniva poi consegnato e studiato.
L'I.S.I. aveva bisogno di fondi per far funzionare i programmi d'addestramento dei mujahiddin: la C.I.A. doveva pagare gli stipendi agli addestratori pakistani. Nel 1983 Hart si rese conto di non avere altra scelta se non quella di affidare milioni di dollari all'I.S.I. per l'addestramento. A sua volta anche l'Arabia Saudita riforniva loro di denaro. Il generale Akhtar favoriva soprattutto i Fratellli Mussulmani e principalmente Hekmatyar, Hart invece voleva che i rifornimenti della C.I.A. arrivassero ai comandanti afgani più arditi, qualunque fosse il loro orientamento religioso.

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Il coinvolgimento della Cia e degli ulteriori attori nella guerra per procura anti-Urss in Afghanistan

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppe Armenio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche
  Relatore: Pietro Neglie
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 106

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