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Criminalizzazione dell'immigrazione: la Spagna

Il Caso Spagnolo

A pesare sui movimenti migratori di popolazioni nell'arco storico del tempo è sempre stata la ricerca di migliori condizioni di vita, non è possibile separare il fenomeno dalle circostanze economiche che riguardano sia il paese di origine che il paese di destino.
Sebbene il flusso migratorio in altre epoche è stato accolto e tollerato dai paesi di accoglienza, nell'attualità questo fenomeno frequentemente si considera un problema o un fattore di disequilibrio sociale, ciò visibile nello sviluppo della società spagnola.
L'abitudine attuale dei paesi di ricezione di tali flussi è affrontare il fenomeno attuando politiche di controllo restrittive comprendenti la restrizione delle entrate nel paese, e giustificando ciò con il cercare di mantenere il livello di benessere e sicurezza dei propri cittadini, nonché un equilibrio per il proprio mercato del lavoro, indubbiamente tali politiche non paiono adeguate ad affrontare un problema nato proprio dal disequilibrio del mercato economico globale.
Se ci focalizziamo sull'analisi del fenomeno in Spagna, possiamo dire che vi sono stati 3 periodi importanti entro i quali dividere l'immigrazione verso la Spagna. Il primo nel decennio del 1960 per la precisione circoscrivibile nel quinquennio 1962- 1967 quando il numero dei residenti aumentò del 12,9% medio annuale. Il secondo si estende durante una quindicina di anni dal 1980 al 1996, periodo nel quale tale media si abbassò all'11,5% annuale. Il terzo comincia in quell'anno continuando fino ad oggi ed è il periodo con il maggior aumento dell'immigrazione che cresce intorno al 22% annuo, arrivando ad essere nel 2009 una popolazione di all'incirca 5,7 milioni di stranieri sul suolo iberico.
Le politiche Iberiche in materia di immigrati non sono mai state molto lontane dalle politiche dei paesi vicini, la percentuale della popolazione straniera infondo non si distanzia molto dalla media europea, ma le decisioni dei governi a partire dagli anni 80 hanno tentato sempre una chiusura dei confini provando a prevenire l'entrata degli immigrati sul suolo Spagnolo, come per gli altri paesi europei l'argomento di giustificazione è stato la protezione del mercato del lavoro e del benessere della popolazione natia, giustificazione usata nell'informare sulle nuove norme e decisioni del governo.
I flussi migratori non acquistano importanza in Spagna fino all'inizio degli anni ottanta, dando luogo ad un problema fra il contenuto legislativo e la situazione reale e attuale del fenomeno nella penisola iberica, problematica che produce un sovradimensionamento del flusso migratorio da una prospettiva amministrativa e penale al contempo per la capacita che le si attribuisce di alterare il mercato del lavoro, usare questo espediente come giustificazione, significa sorvolare sulle vere cause dei livelli di disoccupazione attuale, che sono frutto dello stesso sistema economico che crea le differenze fra i paesi di origine e accoglienza.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Criminalizzazione dell'immigrazione: la Spagna

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Informazioni tesi

  Autore: Federica Fusco
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Silvio Lugnano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 132

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