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Passato e Presente del Medioevo. Breve profilo storiografico di J. - C. Schmitt

Spiriti e fantasmi nella società medievale

La credenza negli spiriti è diffusa in ogni epoca, e la nostra non fa eccezione. Il Medioevo, poi, è spesso associato nel nostro immaginario collettivo ai castelli infestati da spettri e fantasmi: un’idea fondata sul fatto che a quell’epoca la cultura è prevalentemente religiosa e si avverte la presenza del soprannaturale in modo più intenso e diffuso (la credenza negli spiriti era condivisa da tutti) di quanto oggi accada. Le apparizioni dei morti sono legate a quel meccanismo della “memoria dei defunti” composto di riti, lacrime e preghiere e destinato ad agevolare e a regolare la separazione dei vivi dai morti. E proprio il funzionamento di questa memoria, tenuta in scacco da spiriti dolenti o terrifici che si muovono in una zona intermedia tra vita e morte ed inquietano col loro ritorno le coscienze dei vivi, ha destato l’interesse di molti storici e antropologi dell’Occidente contemporaneo.
I morti hanno come unica esistenza quella che i vivi immaginano per loro. In modo diverso secondo la cultura, le credenze, l’epoca, gli uomini attribuiscono ai morti una vita nell’aldilà, descrivono con esattezza i luoghi dei loro soggiorni immaginandosi la sorte che sperano o temono per se stessi. E’ per questo motivo che l’immaginario della morte e del destino dei morti nell’aldilà costituisce universalmente una parte determinante delle credenze religiose delle diverse società. Visioni e sogni occupano da sempre un posto di primaria importanza e in certi luoghi è riconosciuta la capacità di alcuni uomini, come gli sciamani siberiani, di viaggiare nell’aldilà in sogno o in stato di trance. Altre culture e religioni riconoscono ad esseri eccezionali, come il Cristo e i santi del cristianesimo, il potere di resuscitare i morti. Universalmente si presenta così ciò che comunemente viene chiamata la “credenza negli spiriti”; essa offre un’ immensa bibliografia riguardante la storia delle apparizioni. Nella società medievale, come in altre società tradizionali, la forma particolare di esistenza che si attribuisce ai defunti dipende dallo svolgimento del “ rito di passaggio” della morte: i morti ritornano preferibilmente quando i riti funebri e del lutto non hanno potuto svolgersi normalmente, per esempio se il corpo di un annegato è scomparso e non ha potuto essere seppellito secondo le usanze, o anche se un omicidio, un suicidio, la morte di una donna durante il parto, la nascita di un bambino nato morto presentano, per la comunità dei vivi, il pericolo di una contaminazione. Questi morti sono generalmente giudicati malefici e sottoposti a ritornare nel mondo dei vivi, secondo le tradizioni occidentali a partire dall’Antichità (su cui pesano l’eredità del paganesimo greco-romano, le migrazioni delle popolazioni “barbariche” vivificate dalle migrazioni delle popolazioni germaniche integrate nella cristianità) fino al folklore contemporaneo.
Le credenze e l’immaginario dipendono principalmente dalle strutture e dal funzionamento della società e della cultura in una data epoca. Le “mentalità” non consistono soltanto negli strati antichi e persistenti dei pensieri e dei comportamenti, ma nelle credenze e nelle immagini, nelle parole e nei gesti che trovano il loro pieno significato nell’attualità delle relazioni sociali e dell’ideologia di un’epoca. Nello stesso tempo, importanti trasformazioni delle strutture sociali portano a ridefinire la collocazione dell’individuo in gruppi e comunità che rimangono solidali dopo la scomparsa di ognuno dei suoi membri: i gruppi di parentela, carnale o spirituale, del monastero, del lignaggio, della parrocchia restano il quadro delle relazioni tra i vivi, ma anche tra i vivi e i morti. Tali relazioni si trovano all’interno dello spazio sociale, attraverso l’articolazione della dimora dei vivi - il villaggio, il quartiere - con la dimora dei morti: il cimitero. La vicinanza delle tombe alle case favorisce e giustifica, nel Medioevo, la grande cura che i vivi rivolgono ai propri defunti e l’influenza religiosa e materiale della Chiesa e del clero sulla società laica si accresce dopo l’anno Mille, inculcando nei fedeli una morale religiosa centrata sulla nozione di peccato, di penitenza, di salvezza, che culmina, alla fine del XII secolo, nella nascita del purgatorio. Ormai ogni cristiano può sperare di essere salvato da un lato grazie ai suoi meriti personali e dall’altro dai suffragi (messe, elemosine e preghiere). In caso contrario, il morto può apparire ad un parente o ad un amico per reclamare i suffragi di cui ha bisogno per la salvezza della sua anima. La Chiesa dà quindi grande enfasi ai racconti sugli spiriti e sostiene una memoria liturgica espressa principalmente attraverso la celebrazione di messe per la salvezza del morto, specialmente nell’anniversario del trapasso.

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Passato e Presente del Medioevo. Breve profilo storiografico di J. - C. Schmitt

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Informazioni tesi

  Autore: Vania Del Villano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Storia
  Relatore: Mauro Ronzani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 60

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