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3D Story - Storia, Immagine, Tecniche del cinema tridimensionale

Una perenne novità

La storia ci insegna che, ogni qualvolta il mondo del cinema assiste alla nascita di un ciclo filmico dedicato alla tridimensionalità, questa viene costantemente accolta come un’assoluta novità. Attraverso una sorta di complice entusiasmo, il mondo cinematografico esulta, in modo apparentemente genuino, ad ogni tentativo della terza dimensione di catapultarsi fuori dallo schermo. Anche in questi anni è facile accorgersi come molti guardino alle proiezioni 3D con un occhio di assoluta originalità, attribuendo a questo presunto progresso tecnologico un carattere innovativo senza precedenti. Le stesse case cinematografiche non si sono mai risparmiate, oggi come in passato, di tappezzare le locandine delle proprie produzioni con altisonanti slogan ad esaltarne l’unicità l’irripetibilità e la perfezione.
I precedenti invece ci sono eccome; il cinema tridimensionale possiede infatti una lunga storia iniziata più di un secolo fa, in concomitanza con la nascita del cinema vero e proprio. Fin dai primissimi cortometraggi (Auguste and Louise Lumière - L’arrivée du train), possiamo trovare tracce di esperimenti tridimensionali girati sfruttando l’espediente della stereoscopia. Scoperta nel 1832 da sir Charles Wheatstone, questa tecnica rappresenta, in sostanza, la base di tutte le pratiche di ripresa/proiezione tridimensionale che si sono succedute nel corso dei decenni.
L’evoluzione di questa tecnica ha accompagnato la storia e il destino del cinema 3D, seguendone i passi dai successi ai fiaschi, influenzando il lavoro dei registi e promuovendo se stessa attraverso costanti miglioramenti nel tempo. Rimandando per ora l’approfondimento sul funzionamento del cinema stereoscopico, proviamo a suddividere cronologicamente e storicamente la vasta filmografia appartenete a questo settore. Nel classificare le varie opere nei periodi di riferimento si adottano, in questa sede, due criteri essenziali:
- Prendere in considerazione soltanto i film destinati al grande pubblico, privilegiando quelli che hanno avuto maggior impatto su di esso, tracciando le linee guida di un determinato momento storico.
- Considerare i segmenti temporali in base a criteri di tipo sociale, tecnico e di genere.
Prendendo come punto di partenza gli anni venti, con le prime proiezioni stereoscopiche, si arriva fino ai giorni nostri, passando per i due maggiori boom commerciali e produttivi del cinema tridimensionale (anni cinquanta e anni ottanta), intervallati da periodi di transizione e sperimentazione più o meno floridi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

3D Story - Storia, Immagine, Tecniche del cinema tridimensionale

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Informazioni tesi

  Autore: Alberto Molinaroli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Verona
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo
  Relatore: Antonio Cioffi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 162

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Parole chiave

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