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Sicurezza energetica e tutela degli investimenti nel quadro dell'Energy Charter Treaty

Meccanismi di risoluzione delle controversie

In generale possiamo affermare che un trattato è efficace in misura del peso delle disposizioni di enforcement che contiene al suo interno. Lo scopo dell’ECT di «promuovere una cooperazione a lungo termine nel settore dell’energia, basata su complementarità e vantaggi reciproci» non sarebbe realizzabile senza una serie di disposizioni che regolino la soluzione di quei conflitti che è inevitabile scaturiscano riguardo ad un trattato di cosi ampia portata.
Anche se lo strumento più efficace e utilizzato è quello previsto dall’art. 26, che riguarda le controversie fra investitore e Parte contraente, l’ECT contiene anche altri meccanismi di dispute settlement dei quali tre più forti e due di soft law. I primi sono: state-to-state disputes (art. 27), controversie sul transito (art. 29(7)) e controversie sul commercio (art. 7(7)). I secondi sono i procedimenti di consultazione in caso di controversie sulla concorrenza (art. 6) o relative a problemi ambientali (art. 19).

L’articolo 27 riguarda le controversie fra stati sull’interpretazione e applicazione dell’ECT e ha un ambito di applicazione molto ampio in quanto, seppur con le dovute eccezioni, a poter essere oggetto della decisione sono tutte le disposizioni del Trattato. Gli articoli 27(1) e 27(2) stabiliscono che gli stati coinvolti devono tentare di risolvere la loro disputa seguendo i canali diplomatici «per un ragionevole periodo di tempo» (a differenza dei tre mesi tassativamente previsti dall’art 26). Nel caso che la controversia non sia risolvibile per via diplomatica sarà istituito un tribunale ad hoc presso la Permanent Court of Arbitration dell’Aia, il quale sarà organizzato secondo le regole dell’UNCITRAL e sarà composto da tre membri. Il tribunale così costituito deciderà la disputa applicando le disposizioni dell’ECT ed i principi e norme di diritto internazionale compatibili.
Il meccanismo per risolvere le controversie commerciali (trade disputes) è basato sul modello del WTO ed è contenuto nell’articolo 29(7), facente riferimento all’allegato D dell’ECT il quale comprende il Trade Amendement, approvato nel 1998 allo scopo di armonizzare le disposizioni sul commercio dell’ECT con le regole del WTO. Il procedimento prevede la creazione di un Panel le cui decisioni per essere valide devono essere adottate dalla Charter Conference con maggioranza qualificata di tre quarti degli Stati presenti rappresentanti, purché rappresentino almeno la metà delle Parti contraenti. Questo procedimento si applica solo nel caso in cui una delle parti, o entrambe, non siano allo stesso tempo membri della WTO, in caso contrario la lite deve essere risolta direttamente attraverso gli strumenti previsti dalla stessa WTO.

Relativamente alle controversie sul transito l’articolo 7(7) adotta una procedura di conciliazione che possiamo definire ex post. Ovvero tale conciliazione si applica quando gli stati coinvolti hanno esaurito tutti i meccanismi di risoluzione delle controversie precedentemente pattuiti fra loro. A quel punto infatti viene nominato un conciliatore, il quale ha novanta giorni di tempo per favorire un accordo, al termine dei quali proporrà egli stesso un ulteriore meccanismo di risoluzione della disputa. L’art 7(6) prevede inoltre che, salvo eccezioni, il transito non deve essere ridotto o interrotto fino allo scadere dei novanta giorni. L’articolo 7 non è però riuscito a evitare le crisi russo-ucraine del 2006 e del 2009 e una sua applicazione al caso concreto è fortemente condizionata dal fatto che la Russia non abbia ancora aderito al Protocollo di Transito.

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Sicurezza energetica e tutela degli investimenti nel quadro dell'Energy Charter Treaty

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Cortesi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Lorenzo Gradoni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 116

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