Chi è l'autore di un film?

Da non sottovalutare sono ulteriori processi che spesso stravolgono il film pur rimanendo estranei alla costruzione artistica ed espressiva. Parliamo della censura e della traduzione.
Nel caso della censura, particolarmente forte in alcuni contesti culturali (come ad esempio l’America del Maccartismo, l’Italia del fascismo, l’Europa dell’est dopo la seconda guerra mondiale), le produzioni si sono viste più volte costrette a tagliare determinate sequenze o a non inserirle nemmeno in fase di montaggio. La censura, di qualsiasi tipo essa sia (riguardante contenuti sessuali espliciti piuttosto che contenuti politici, sociali o religiosi), non è altro che la limitazione dell’espressione secondo dettami
etici o morali.
In seguito ad operazioni di censura il film prende una forma che non era originariamente pensata da chiunque fosse responsabile della comunicazione e dell’espressione artistica. Questo è un punto delicato del rapporto tra arte e società, lo è sempre stato per le altre arti, ma alla cinematografia, vista la sua grande diffusione, è spesso associata una particolare responsabilità educativa nei confronti dei suoi fruitori.
Susan Dwyer ha rimarcato come esistano anche atteggiamenti autocensori da parte degli autori che possono essere limitanti come invece motori per la loro creatività.
Si tratta di un punto che meriterebbe un ulteriore approfondimento, impossibile in questa sede; basti però evidenziare la problematica connessa ad un’azione, quella censoria, del tutto estranea al processo creativo che sta alla base del film, ma limitante nel suo senso espressivo finale.