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Amartya Sen: economia e libertà

Lo sviluppo come libertà

Sen propone un concetto di sviluppo molto ampio che ha come fondamento la libertà umana. Mettere al centro della riflessione la libertà equivale a dare all'uomo, come agente, un ruolo di primo piano. E' l'uomo che, attraverso il suo agire, diviene il motore principale dello sviluppo, il quale si costituisce come processo di espansione delle libertà godute dagli individui.
La libertà ê concepita dall'Autore sia come un valore sociale primario, sia come un prodotto della società e va intesa in due sensi, uno positivo e l'altro negativo. Il primo identifica la libertà con la possibilità di compiere una certa azione, di scegliere tra più opzioni; il secondo indica la libertà come svincolo da un qualcosa di esterno, ossia da
limitazioni che possono essere imposte dall'esterno, ad esempio, dallo stato o dalle istituzioni. Entrambi questi aspetti sono tra loro connessi; infatti, una violazione della libertà negativa implica una negazione della libertà positiva e non viceversa. La povertà, in quest'ottica, viene ad essere una mancanza di libertà positiva, così come una carestia può essere considerata il venir meno, su larga scala, della libertà positiva di sopravvivere.

Se si considerano, invece, tutte quelle ingerenze, minacce e violenze che si possono verificare in uno stato privo di sicurezza, allora siamo davanti alla perdita di libertà negativa. Un'adeguata concezione della libertà deve tener conto di entrambe queste accezioni, poiché entrambe sono importanti e strettamente correlate.
Il porre l'accento sulle libertà ci porta necessariamente a considerare le varie forme di illibertà che concernono moltissimi individui in tutto il mondo. In alcune regioni troviamo ancora oggi carestie che privano molti uomini della libertà primaria di sopravvivere, in altre ancora la denutrizione colpisce una percentuale elevata della popolazione. Inoltre, sono ancora oggi molte le persone per cui le cure mediche, i sistemi igienico-sanitari e l'acqua potabile sono inaccessibili e, pertanto, sono vittime di malattie e di morte prematura. Accanto a queste privazioni di libertà ve ne sono altre, di tipo diverso, che concernono le libertà politiche e i diritti civili fondamentali.
Sostiene Sen: " C'ê chi sostiene che il non concedere questi diritti contribuisce a stimolare la crescita economica e "fa bene" a uno sviluppo rapido, e qualcuno ha addirittura sostenuto che ci vorrebbero regimi politici più duri, capaci di negare diritti civili e politici di base, in quanto promuoverebbero lo sviluppo economico in modo più efficace. Qualche volta questa tesi (detta spesso "tesi di Lee" perché attribuita, in questa o quella forma, all'ex primo ministro di Singapore Lee Kuan Yew) ê corroborata anche da alcuni dati empirici, sia pure rudimentali; ma altri confronti, più completi, fra paesi diversi non l'hanno per nulla confermata, e sono assai scarsi i fatti che lasciano supporre che una politica autoritaria aiuti davvero la crescita economica; anzi i dati empirici fanno decisamente pensare che la crescita economica sia molto più una questione di clima economico tranquillo che di regime politico duro."

Inoltre, lo sviluppo economico comprende anche la dimensione della sicurezza. Accanto all'insicurezza economica troviamo spesso assenza di diritti democratici e di libertà fondamentali. Nei paesi dove vige la democrazia ed i diritti politici sono garantiti a tutti, il popolo è salvaguardato da carestie e disastri economici simili. Infatti, le carestie hanno luogo in stati a partito unico o dove vi è una dittatura militare, oppure in territori coloniali governati da stranieri.
In tutta la storia non si è mai verificata una carestia in una democrazia che fosse ricca o relativamente povera. Sen sottolinea che l'ultima carestia in India si ê verificata nel 1943 e, dopo l'indipendenza del 1947, non se ne sono registrate altre. Ciò ê dovuto, spiega l'Autore, alla natura pluralistica e democratica dell'India dopo l'indipendenza. In un paese con una stampa relativamente libera, con attivi partiti di opposizione e con elezioni periodiche, nessun governo può sfuggire a sanzioni e severe critiche nel caso in cui si verifichino ritardi nell'applicazione di misure di prevenzione e si consenta alla carestia di manifestarsi in tutta la sua potenza. Tutto ciò evidenzia come la libertà politica e i diritti civili abbiano un'importanza diretta che ricade sull'andamento dell'economia di uno stato.

La libertà come fine dello sviluppo va intesa in un duplice senso : nel suo aspetto processuale e nel suo aspetto abilitante. Il primo riguarda quei processi che permettono azioni e decisioni libere ed è perciò legato all'ambito politico e sociale, oltre che economico. Il secondo concerne quelle possibilità, che gli uomini hanno, in certe condizioni sociali e personali, di realizzare ciò che si desidera e ciò a cui si dà valore. Si deve evitare di dirigere l'attenzione solo ad uno degli aspetti e considerare la libertà nella prospettiva più ampia.
"Non possiamo considerare processi come la partecipazione alle decisioni politiche e alle scelte sociali dei semplici mezzi dello sviluppo (in quanto, poniamo, contribuiscono alla crescita economica) dobbiamo invece intenderli anche come parte integrante degli stessi fini dello sviluppo".
Questa concezione dello sviluppo imperniata sulla libertà si contrappone a visioni dello sviluppo più ristrette che lo identificano con la crescita del prodotto nazionale lordo (PNL), o con l'aumento dei redditi individuali, o, più generalmente, con l'industrializzazione ed il progresso tecnologico. Ovviamente, la crescita del PNL, così come quella dei redditi, possono costituire un mezzo molto importante per espandere le libertà di cui godono i membri delle società; tuttavia, queste libertà dipendono da altri fattori, come gli assetti sociali ed economici e i diritti civili e politici.
Come già sottolineato, l'analisi di Sen va al di là degli indicatori economici che, solo molto parzialmente, riescono a rappresentarci la qualità della vita di un popolo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Amartya Sen: economia e libertà

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Informazioni tesi

  Autore: Claudia Biribao
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia teoretica, morale, politica ed estetica
  Relatore: Antonio Pieretti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 109

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