Coordinato e scoordinato. Proposta di Visual Identity per un locale belga

Occorre che si basi il percorso progettuale su regole e scelte ben definite, così da conseguire un puntuale controllo su tutta la linea grafica, situazione che riprende la caoticità espressiva del Pot au Lait, ovvero di disordine coeso.

Si tratta di binari di percorso e sono sostanzialmente considerabili la base di tutto il progetto, indicazioni per orientarsi nelle scelte e nei processi di studio. Devono inoltre andare direttamente ad influire sulla funzionalità e sulle modalità di utilizzo stesso del materiale prodotto. Sin dal principio dello studio occorre già entrare nell’ottica dell’applicazione, che quindi va impostata secondo le linee guida emerse nella fase precedente di delineamento dello scenario: lavorare secondo concept di progettazione.
L’individuazione di questi concept capaci contemporaneamente di riassumere la personalità del locale e di rimanergli pienamente fedele è stata un’operazione complessa, basata innanzi tutto sulla raccolta degli atteggiamenti (e delle loro manifestazioni) più radicati nell’identità del pub, i quali sono stati successivamente sviscerati e studiati nella loro essenzialità. Si sono così ottenute le principali linee guida per la progettazione di una Visual Identity coerente con il Pot au Lait.
Le linee guida per l’aspetto visuale e comunicativo emerse nel corso dello studio sono tre e sono i principali aspetti che sin dal principio mi sono preposto di seguire, ideando un prodotto fedele al locale e agli obiettivi preposti.
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La vera forza espressiva di questo locale sta nel sapersi scoordinare nell’apparenza, divenendo un contenitore di sensazioni, ricordi e legami concettuali in realtà non forzatamente imposti, ma lasciati alla libera lettura del consumatore, che con la sua personale interpretazione ne amplia la funzione stessa, da estetica ad emotiva. Si parla di scoordinazione “apparente” proprio perché non vi è una totale casualità all’interno del locale, ma tutti gli elementi sono reinterpretati, rinascono, vengono amalgamati e si mimetizzano perfettamente con l’ambiente intero, rendendolo in se coordinato nel suo insieme: si tratta di un espediente funzionale, capace di garantire sempre nuova freschezza (limitata soltanto dalla creatività di chi opera, che in questo caso si dimostra fantasiosa ed estroversa), pur entro un’identità ben precisa e riconoscibile anche nel più piccolo particolare; soprattutto per il cliente consolidato questo è un incentivo a legarsi maggiormente al locale, instaurando un’interazione offerta-feedback basata sul rapporto visuale-emotivo.

Dalla commistione della molteplicità dei linguaggi espressivi e dall’insieme di elementi diversificati ma amalgamati tra loro nell’ambiente emerge ben delineato la prima importante Guide Line che questo lavoro ha seguito, il vero cuore di questa ricerca: il concetto di Immagine coordinata “variabile”, ovvero di estrema flessibilità degli elementi, coordinati nel loro insieme ma slegati da rigidi canoni grafici.