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Un'etica laica è possibile? Un'indagine a partire dalle vicende di Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro

L'etica della vita in Italia

I problemi sollevati dalla bioetica e dall'etica in generale sono molteplici, e questo breve lavoro non pretende di rendere conto di tutte le sfaccettate posizioni morali e filosofiche che costituiscono questa controversa materia.
Tuttavia, la disamina appena condotta mette in luce aspetti interessanti, che permettono di trarre alcune conclusioni di certo non definitive, ma utili come spunti di riflessione su questa materia i cui confini sono in continua ridefinizione.

Partendo dal confronto tra il caso Englaro e il caso Welby, vediamo prima di tutto emergere l'importanza del fattore comunicativo, che ha causato un differente approccio dei media alle figure dei due malati. Laddove infatti, sia pur immobilizzato, Piergiorgio Welby ha potuto esprimere la propria volontà in maniera diretta e reiterata, per quanto riguarda Eluana Englaro ci si è dovuti affidare a ricostruzioni: da una parte si è cercato di capire cosa avrebbe voluto in base alle testimonianze di amici e parenti, ovvero sulla base di narrazioni orali; dall'altra si è cercato di interpretare in determinati segni fisici una sua pulsione alla vita che contraddicesse queste dichiarazioni passate e smontasse la ricostruzione.
Piergiorgio Welby è dunque stato rappresentato come un soggetto bloccato sul suo programma narrativo da un non-potere di tipo insieme fisico (impossibilità di togliersi la vita da sé) e legale (impossibilità di incaricare qualcun altro di staccare le macchine); la figura di Eluana, invece è ricostruita, interpretata e investita di valori divenendo ella stessa un simbolo del dibattito sul fine-vita: non a caso l'Associazione Luca Coscioni unitamente agli altri movimenti pro-vita ha scelto l'anniversario della sua morte come “Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi”.

Secondo l'etica religiosa, lo stato vegetativo così come la gravissima tetra-plagia rientrano senza discussioni nell'accezione di vita: non sono accettate declinazioni, è come se nell'accezione cattolica l'asse dei subcontrari del quadrato vita-morte sparisse per lasciare spazio soltanto ai due termini opposti della categoria. Vita è tutto ciò che non è morte, e corrisponde dunque con il battito del cuore (cfr. Galofaro 2008), mentre morte è tutto ciò che non è vita, ovvero la sua totale negazione.
Nell'accezione laica del problema, lo abbiamo visto, il distinguo si fa più complesso. Già in Galofaro (2008) avevamo riscontrato l'opposizione tra bios come mero respiro e un concetto di vita vera; il raffronto tra i casi Welby ed Englaro ci ha permesso di approfondire la questione, tracciando un ulteriore distinguo tra bios vegetante e bios meccanico.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Un'etica laica è possibile? Un'indagine a partire dalle vicende di Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Odorici
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Discipline Semiotiche
  Relatore: Giovanna Cosenza
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 142

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