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Il paradigma dell'anumano nelle forme testuali del cinema contemporaneo

La soggettività si fa immagine – Il cinema secondo Deleuze

La percezione del tempo sta subendo delle variazioni che risultano essere di grande interesse soprattutto riguardo alla trasmissione della memoria storica, a tal punto che questa si ripercuote nelle coscienze individuali attraverso una struttura alimentata costantemente in un orizzonte di "stimolo distale" tra apparenza fenomenologica espressa da un testo, ad esempio audiovisivo, e la realtà che classicamente incarnava la funzione di modello semiotico di riferimento. La temporalità è relativizzata sempre più dalla costruzione di spazi ambientali eterei che vivono un'esistenza autonoma rispetto al reale manifesto. Dico questo poiché il legame tra i due dati si è rivelato talmente elastico, e in quest'ultima determinazione "distante", da ridefinirsi alla fine di un'accurata analisi come un' incommensurabile gap da colmare, tale da imporre le fondamenta per la costruzione di un mondo alternativo. Il modello dell'immagine filmica ê in questo senso del tutto pertinente. Il cinema infatti sviluppa, attraverso la mera meccanicità della riproduzione, un'immagine almeno apparentemente conforme al reale. Sappiamo in verità quanto le dinamiche della messa in scena effettuino una manipolazione sistematica sull'evento registrato dalla macchina da presa, tanto che il modello di tale procedimento si riferisce ad una natura semiotica di tipo simulacrale. Il modello non ê l'indizio impresso sulla pellicola, ma l'immagine eidetica dell'autore sceneggiatore-regista, un modello del tutto virtuale che attraverso vari gradi di conformità al reale (genere di finzione, documentario, cinema sperimentale) agisce all'interno di una complessa manipolazione per produrre un immaginario autonomo. Ovviamente il cinema durante il suo percorso ha sviluppato questa natura simulacrale in vari modi tendendo ad ispessire sempre di più un'essenza, diremmo genetica e poietica, legata ad una consistenza di simulacro nella pratica diffusa della disseminazione nel testo di segni distinti da questa sostanziale particolarità: pensiamo a Lang, Buñuel, Lynch, Tarvkoskij, Hitchcock ma anche a Herzog, Sokurov, Lars Von Trier. Il simulacro, in quanto copia differenziale di una copia differenziale riproduce appunto questa oscillazione tra somiglianza e differenza dell'immagine filmica con il Reale, è una declinazione mimetica del tutto particolare in cui il modello originale si ritrae all'infinito insistendo sulla superficie dell'immagine e astraendone la traccia analogica, che persiste seppur in absentia. In altre parole il simulacro ci regala l'illusione di analogia, di copia mimetica, nonostante l'oggetto sia di natura sintetica, mentale, virtuale. Detto questo abbiamo un primo spunto che miri ad esaltare le problematiche inserite nel rapporto tra cinema e realtà, così come esso evidenzia la tendenza di questa arte-specchio del progresso del novecento, spinta così a sviluppare un'accurata codificazione dei tessuti della memoria e della proposizione di nuovi modelli impiegati al fine di imitare un punto di vista storicamente antecedente. É la pratica del remake, ma soprattutto del pastiche che valorizza maggiormente questa distanza dal reale classico, infatti grazie a pratiche del genere si sta promuovendo nell'immaginario collettivo un'impostazione mnestica che non rinvia mai al dato reale, all'essenza del fenomeno, ma alla mise en abîme del suo simulacro grazie al riuso di altre opere, fonti, pubblicità, iconografie, o per meglio dire grazie alla natura intertestuale di una cognizione embrionale del mondo e della produzione di senso nell'era postmoderna.
L'intertestualità vuole proporsi in questo lavoro come grado zero della riflessione, in quanto rappresentante assoluta, onnicomprensiva di un modello prevalente di osservazione della realtà.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il paradigma dell'anumano nelle forme testuali del cinema contemporaneo

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Ciccognani
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Saperi e Tecniche dello spettacolo teatrale, cinematografico, digitale
  Relatore: Giacomo Daniele Fragapane
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 121

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