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La normativa pubblicitaria sui mezzi di comunicazione: limiti di affollamento e confronto internazionale

Attuazione della normativa pubblicitaria europea da parte degli Stati membri

Alla luce dell’autoregolamentazione nazionale in materia di pubblicità, possiamo evincere che l’attuazione della legislazione comunitaria si innesti nei diversi Stati membri in un contesto ove sono già presenti i codici di autodisciplina. L’attuazione della Direttiva TVwF viene monitorata dalla Commissione, che presenta periodicamente una relazione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo ed al Comitato delle regioni.
L’ultimo documento di questa serie è la Settima relazione sull’attuazione della direttiva 89/552/CEE “Televisione senza frontiere”, adottata il 26 giugno 2009 e riguardante il biennio 2007-2008.

L’Unione Europea si avvale inoltre degli studi svolti in materia da organizzazioni indipendenti, quali l’agenzia di comunicazione belga Carat e lo studio legale, anch’esso belga, Koan. Dalla collaborazione di questi ultimi ha avuto origine uno dei rapporti più completi sull’applicazione della normativa europea nel settore audiovisivo: l’Etude comparative de l’impact de la réglementation sur le marchés de la publicité téléviseé, pubblicato a luglio del 2005.
Seguendo la suddivisione delle problematiche pubblicitarie presente nelle Direttive e che ha guidato anche la nostra analisi nel precedente paragrafo, tale studio distingue l’impatto della regolamentazione in relazione a diversi aspetti del messaggio commerciale: le disposizioni sulla distinguibilità delle comunicazioni pubblicitarie e dunque l’impatto sulle modalità della loro identificazione; le disposizioni relative all’inserimento della pubblicità nei programmi televisivi e dunque l’impatto sulle regole di inserzione; le norme quantitative e il loro impatto sulla definizione delle ore destinate alla comunicazione commerciale nelle emittenti dei diversi Paesi; le regole relative alla sponsorizzazione e alle nuove tecniche pubblicitarie e il loro impatto economico; l’impatto delle regole relative al contenuto; l’impatto delle regole inerenti a prodotti specifici.
Nella nostra analisi considereremo primariamente l’attuazione dell’aspetto quantitativo, integrando i dati rilevati da Carat e Koan con le più recenti informazioni fornite dalla settima relazione della Commissione europea sulla Direttiva TVwF; le restanti problematiche verranno brevemente accennate, come nel precedente paragrafo.

Riguardo al decimo articolo della Direttiva TVwF del 1997, che afferma i principi di identificazione e di separazione della pubblicità, validi anche nelle successive modifiche seppur con una diversa formulazione dell’articolo, lo studio di Carat e Koan mostra che esso ha ricevuto applicazione in tutti gli Stati membri e in quelli candidati all’ingresso nell’Unione Europea (all’epoca della rilevazione, ovvero tra il 2002 e il 2003, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Polonia e la Romania non erano ancora entrate a far parte dell’Unione Europea). In alcuni Paesi sono state applicate misure maggiormente restrittive, come le limitazioni del volume degli spot nel caso di Italia, Francia, Spagna e Belgio, o l’utilizzo di parole o segnali sullo schermo per la distinzione della pubblicità e delle altre forme di comunicazione commerciale non classiche, come avviene in Italia, Polonia, Spagna e Germania.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La normativa pubblicitaria sui mezzi di comunicazione: limiti di affollamento e confronto internazionale

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Informazioni tesi

  Autore: Annamaria Serinelli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze del governo e dell'amministrazione
  Relatore: Andrea Mangani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 150

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