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Luxury Family Business: longevità e continuità nelle imprese familiari dei mercati di alta gamma. Teoria e casi di specie.

Situazione dei Family Business in Italia

A livello internazionale, abbiamo visto come le imprese familiari abbiano un ruolo di primo piano nella produzione della ricchezza nazionale e sono una fetta importante del numero totale di imprese.
In Italia, più del 90% delle aziende presenti sul territorio sono di tipo familiare: tale peso risulta superiore rispetto a quella presente, per aziende analoghe, negli altri Paesi, al punto che queste aziende producono l'80% del PIL totale italiano.

Anche altre caratteristiche le differenziano dalle aziende familiari del resto del mondo: innanzitutto, una larga parte della ricchezza della famiglia controllante è investita in azienda. In particolare, più del 75% degli asset della famiglia sono investiti nell'impresa, in confronto a meno del 30% per le aziende familiari negli Stati Uniti. Di conseguenza, la famiglia è molto più coinvolta nell'attività dell'impresa.
Il top management e il consiglio d'amministrazione sono dominati da membri della famiglia o da persone molto vicine a essi; inoltre, nella maggior parte dei casi, l'azionista di maggioranza è il fondatore o un suo parente. Questo suggerisce che in Italia la famiglia controllante tende a tenere il controllo nel lungo termine.
Infine, il possesso dell'impresa è fortemente concentrato e la famiglia controllante è riluttante a far raggiungere a istituzioni o a investitori esterni importanti posizioni di possesso.
In particolare si può notare come nelle imprese familiari italiane l'azionista di maggioranza possieda nella media più del 50% del capitale, mentre il secondo maggior azionista detenga in media dall'8% al 10% delle azioni.
Gli istituti finanziari partecipano ad una piccola parte del capitale delle imprese familiari quotate, senza un ruolo attivo; spesso sono coinvolte nell'impresa come prestatori di capitale di debito piuttosto che come azionisti39.

Nel dettaglio, secondo i dati pubblicati recentemente dall'Osservatorio AIdAF Unicredit-Bocconi sulle aziende familiari italiane, in Italia esistono 4.251 imprese di proprietà familiare, che sono il 56% delle circa 8.000 aziende con fatturato al di sopra ai 50 milioni di Euro prese in considerazione dall'indagine. Al contrario di quanto comunemente si crede, perciò, le aziende familiari non sono spere per forza legate alla piccola dimensione d'impresa: dallo studio, infatti, è emerso che circa il 45% delle aziende nazionali con più di 250 Mio€ di fatturato ha carattere familiare.

Nella classifica di gennaio del 2009 della classifica annuale che raggruppa le aziende a proprietà familiare più longeve del mondo, compaiono ben tredici aziende italiane, di cui sei tra le prime dieci. Guardando ai nomi di queste imprese secolari si compie un viaggio intenso alle origini profonde dell'economia nazionale: dall'alimentare, con i vini di Ricasoli e Antinori e la liquirizia di Amarilli, al tessile, design e arredamento, con le ceramiche Deruta, i vetri Barovier e Toso, i gioielli Torrini, i tessuti di Fratelli Piacenza e Lanificio Conte, alla meccanica, le campane di Fonderia Marinelli e Colbachini, le armi Beretta, e ad altri segmenti manufatturieri e di servizi, le imbarcazioni di Camuffo, gli imballaggi di Cartiera Mantovana. Anche nel club internazionale degli Henokiens (vedi oltre per approfondimenti), formato da aziende gestite dagli stessi nuclei familiari da più di duecento anni, l'Italia conquista la pole position: tra i 40 soci attuali, 14 sono imprese nazionali. Nonostante l'ampia varietà dei casi, si possono riscontrare certuni tratti in comune ai casi di maggiore longevità con riferimento, ad esempio, alla tipologia di settori in cui queste operano e alla natura della componente familiare della proprietà.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Luxury Family Business: longevità e continuità nelle imprese familiari dei mercati di alta gamma. Teoria e casi di specie.

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Informazioni tesi

  Autore: Virginia Prudenza
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Economia
  Corso: Marketing e Comunicazione d'Azienda
  Relatore: Fabrizio Mosca
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 196

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