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"Etica e promozione della salute". Empowerment di comunità; obiettivo o metodo? Aspetti etici nella partecipazione e nella responsabilizzazione delle comunità

Dialettica tra informazione ed autonomia

Se il codice deontologico prescrive ciò che si deve e ciò non si deve fare, ciò che è medicalmente corretto e ciò che è il principio di non maleficenza, diversamente nell’ambito della Promozione della Salute, la linea di condotta non è circoscritta e definita da una regola comportamentale.
In entrambi i casi però, vige un aspetto che deve essere chiaro, percepibile e comprensibile dall’utente: la trasparenza del mandato. Tale condizione, nell’incombenza della sua attuazione, talora suscita; nell’operatore, la preoccupazione di chiarezza, di scarsa trasparenza appunto.

Cosa è vero e cosa è realmente giusto, questo può essere quindi il dilemma che nasce qualora si affronta la circostanza di fornire informazioni o strumenti informativi al cittadino, nonché i dati stessi, affinché possa liberamente decidere per il suo benessere.
La nostra stessa civiltà contemporanea, pervasa da quel fenomeno che è la globalizzazione, tende a massimizzare ed estendere l’informazione in ogni ambito, supportata dalla complessità e dalla velocità delle reti di informazione. Il cittadino si ritrova conseguentemente nella situazione di non saper discernere, innanzitutto la veridicità dell’informazione, ma sopratutto l’informazione utile e necessaria. Paradossalmente al giorno d’oggi ci si ritrova nella condizione di avere l’informazione giusta, ma di non saperla riconoscere tra le tante.

Il fine utilitaristico del pensiero di Bentham, altro non indicava che elaborare una scienza coerente (nel suo caso quella legislativa), basata su principi morali chiari e saldi, così come chiaro avrebbe dovuto essere il linguaggio che le leggi dovevano esprimere, perché in una legge “una parola, una stupida parola, può partorire mille pugnali” (Bentham, "An Introduction to the Principles of Morals and Legislation").
Egli (figlio e nipote di avvocati ed avviato alla stessa carriera), piuttosto che arricchirsi maneggiando le leggi così “come erano”, decise di occuparsi di “come esse avrebbero dovuto essere”.
Si pose nella condizione di chiedersi se davvero erano utili, non per legittimare la sua professione, ma se erano giuste per la società.

Talvolta anche nella P.d.S. si era portati al legittimare il proprio agire in funzione di una professionalità, se non addirittura di un incarico o ruolo assunto, ma, additando l’esempio di vita di Bentham, nell’ambito dell’informazione veritiera, l’agire professionale del promotore della salute dovrebbe procedere non su ciò che è giusto o sbagliato, ma su ciò che è vero ed utile; la trasparenza del mandato si può esplicare attraverso la promozione dell’informazione, l’accessibilità delle informazioni e la sua reale comprensione.
La stessa indicazione che ha trasformato il “consenso informato” ad un consenso compreso e condiviso.
Avere un’informazione e riceverla nel modo più congruo alle esigenze del cittadino, al fine di garantirgli una reale e concreta autonomia, diventa una prerogativa essenziale, un diritto all’informazione.

Già le prime conferenze internazionali sulla P.d.S. davano indicazione d’un diritto al-l’informazione, ma essa era essenzialmente rivolta alla tematica della salute, in seguito, a fronte della trasformazione delle società occidentali attraverso la globalizzazione l’informazione diviene di dominio pubblico (laddove la sanità pubblica è minimamente garantita) ed in questo caso il diritto all’informazione si evolve ad un diritto di conoscenza per la salute.

Questo brano è tratto dalla tesi:

"Etica e promozione della salute". Empowerment di comunità; obiettivo o metodo? Aspetti etici nella partecipazione e nella responsabilizzazione delle comunità

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Informazioni tesi

  Autore: Lorenzo Mina
  Tipo: Tesi di Master
Master in Promozione della Salute ed Educazione Sanitaria
Anno: 2009
Docente/Relatore: Paola Beatini
Istituito da: Università degli Studi di Perugia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 69

FAQ

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