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L'Italia e la Libia di Gheddafi

Il Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione

Il Comunicato congiunto del 1998 rappresentò il primo grande passo verso la normalizzazione dei rapporti italo-libici. Il 30 agosto 2008, dopo dieci anni, il Presidente del Consiglio Berlusconi e il leader libico Gheddafi, hanno firmato a Bengasi il Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione. Il Trattato, che va a sostituire quello del 1998, è stato poi ratificato dall’Italia il 3 febbraio 2009 e dalla Libia il primo marzo seguente.
Oltre al preambolo, il Trattato si compone di ventitre articoli, suddivisi in tre capi: il primo (art. 1-7) tratta i principi generali; il secondo (art. 8-13), è relativo alla chiusura del passato e dei contenziosi storici; il terzo (art. 14-23) riguarda il nuovo partenariato bilaterale. Nel preambolo si sottolineano le responsabilità italiane riguardo al passato coloniale e il rammarico per le sofferenze arrecate al popolo libico, ma viene anche ricordato il contributo dell’Italia al superamento dell’embargo. Vengono inoltre individuati diversi obbiettivi: la volontà di chiudere la questione coloniale, costruire una nuova fase di relazioni bilaterali e rafforzare la sicurezza nel Mediterraneo.
La prima parte del Trattato riguarda i principi generali dell’accordo. Tra questi troviamo il rispetto della legalità internazionale, il rispetto dell'uguaglianza sovrana degli Stati, l'impegno a non ricorrere alla minaccia o all'impiego della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica della controparte, l'impegno alla non ingerenza negli affari interni, l'impegno alla soluzione pacifica delle controversie, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l'impegno al dialogo e alla comprensione tra culture e civiltà. Nella seconda parte vengono enunciati gli obblighi assunti dall’Italia. La disposizione più onerosa è quella regolata dall’articolo 8, per il quale l’Italia si impegna nella realizzazione di progetti infrastrutturali per un importo complessivo di cinque miliardi di dollari da ripartire nel corso di vent’anni. Per organizzare e verificare i lavori, viene istituita una Commissione mista paritetica, composta da rappresentanti designati dai rispettivi Stati. Inoltre sono previste delle “iniziative speciali”, il cui beneficiario è direttamente il popolo libico, come la costruzione di 200 unità abitative, l’assegnazione di borse di studio a favore di studenti libici, un programma di riabilitazione per le vittime delle mine antiuomo, il ripristino del pagamento di pensioni di guerra e la restituzione di reperti archeologici trasferiti in Italia in epoca coloniale. È prevista inoltre la chiusura della società italo-libica istituita con l’accordo del 1998, perché “pur essendo stata concepita con finalità opposte, finora si è rivelata nei fatti un serio ostacolo allo sviluppo della presenza economica italiana in Libia”. Per quanto riguarda i crediti vantati dalle aziende italiane nei confronti di amministrazioni e enti libici, le parti si impegnano a raggiungere un accordo. Per gli esuli italiani, è previsto dall’articolo 11 la possibilità di tornare il Libia per motivi di turismo, visita, lavoro o per altre finalità.
La terza parte è quella più ambiziosa. Stabilisce l’istituzione di una Commissione di partenariato intesa a consolidare la cooperazione in vari settori come quello energetico, della difesa, dell’immigrazione illegale, del disarmo e della lotta al terrorismo. Per rendere il partenariato il più efficiente possibile è prevista una riunione annuale del Comitato di partenariato, a livello di capi di governo, da tenersi alternativamente in Italia e in Libia; una riunione annuale del Comitato dei seguiti, a livello di Ministri degli Affari Esteri, da tenersi alternativamente in Italia e in Libia, con il compito di seguire l'attuazione del Trattato, che presenterà le proprie relazioni al Comitato di partenariato. Qualora una delle parti ritenga che l'altra abbia contravvenuto ad uno qualsiasi degli impegni previsti, potrà richiede una riunione straordinaria del Comitato dei seguiti per un esame approfondito e al fine di trovare una soluzione soddisfacente. L’articolo 23 comprende le disposizioni finali, nelle quali viene esplicitamente riconosciuto il 30 agosto come la Giornata dell’Amicizia italo-libica.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'Italia e la Libia di Gheddafi

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Informazioni tesi

  Autore: Diego Petrelli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Anna  Baldinetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 41

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