Skip to content

Il feticcio identitario. Riflessione sul fenomeno Liga Veneta - Lega Nord Padania

Rituali di discriminazione: dal linguaggio alle ronde

Quello che mi interessa in questa sezione, non è tanto il discorso, già affrontato, che riguarda l’invenzione dell’identità veneta, bensì il rapporto con l’alterità, che in questo caso si configura secondo logiche rituali molto evidenti. I rituali di discriminazione divengono un’efficace strumento di rafforzamento dell’identità veneta. Quando si parla di alterità si intende la cifra attraverso cui il singolo costruisce la propria identità. Identità e alterità sono due facce della stessa medaglia, entrambi necessarie affinché l’individuo costruisca un’immagine di sé e del mondo che lo circonda. ‹‹Ognuno di noi è “altro” rispetto al mondo dei propri simili. […]
Ognuno è definibile in base all’altro, porta in sé gli effetti finali di un rapporto che l’altro impersona›› (Destro, 2006, p. 59). Questo meccanismo di autodefinizione per opposizione costituisce una costante nell’“ideologia” leghista, che si è messa a capo di varie “crociate” contro nemici costruiti attraverso una propaganda dai tratti xenofobi e spesso razzisti. Comizi, ronde ed eventi come il Maiale Day costituiscono i tratti più significativi di un processo di demonizzazione del “diverso”, che crea unità sociale. Il linguaggio offensivo, discriminatorio, spesso volgare e rozzo, utilizzato dai dirigenti del partito durante i comizi elettorali, ha il duplice scopo di allontanarsi dal cosiddetto “politichese” scendendo al livello della gente comune, ma allo stesso tempo dipingendo ideali nemici da combattere, anima le masse, le entusiasma, dà al movimento e ai suoi “seguaci” una missione, un senso per cui lottare e crea radici solide su cui ancorare l’identità etnica collettiva.
Se è l’immigrazione uno degli argomenti più ricorrenti della ritualità discriminatoria leghista è soprattutto quella islamica a costituirne uno dei bersagli più gettonati. Illuminanti sono le parole del fondatore del movimento Umberto Bossi:‹‹ La civiltà da una parte, i barbari dall’altra. L’Occidente civile e l’islamismo. Se proprio devo dirla tutta […], io la vedo così›› (Bossi, 1993).
Come mi ricordava l’assessore Pan, la cultura islamica è percepita come una diversità assolutamente inconciliabile con la nostra “civiltà” (Pan, 2011). L’assessore paragonava le comunità immigrate islamiche a quelle ebraiche che vivevano nei ghetti, per sottolinearne la chiusura e quindi l’impossibilità di costruire un dialogo. La religione, gli usi (‹‹quello che mangiano›› (Pan, 2011)), costituiscono la causa di una quasi impossibile integrazione nella società veneta. Già le comunità provenienti dall’Est Europa sono percepite come più simili per la loro vocazione cristiana, almeno questo sosteneva l’assessore, nonostante poi si ponesse in maniera molto critica nei confronti della Chiesa Cattolica e mi avesse sottolineato di non essere credente (Pan, 2011). Ancora una volta la contraddittorietà si rivela la cifra stilistica della cultura leghista. Se da un lato si sottolinea la chiusura della popolazione islamica immigrata, dall’altro certo l’amministrazione di Bitonci non ne incoraggia l’integrazione. Dopo la recente visita negli uffici comunali di un nordafricano determinato a presentare tutti i documenti per aprire un punto vendita di kebab è stata approvata una delibera del Sindaco con cui si vieta l’apertura di locali take-away nel centro cittadino . «Non sono certamente alimenti che fanno parte della nostra tradizione e della nostra identità, senza considerare che, nei luoghi dove se ne è permessa l'indiscriminata apertura, le amministrazioni comunali e i cittadini si sono pentiti amaramente» (Bitonci, 2011).
E la giunta comunale ha rincarato la dose affermando: ‹‹non sono benvenute, nei nostri centri storici, attività che per le loro caratteristiche, quali quelle di trattare cibi cotti e trasformati da consumare sul posto senza disporre di appositi spazi, potrebbero determinare l’abbandono indiscriminato di rifiuti. Per non parlare poi dello scarso rispetto delle norme igienico-sanitarie di quelle pietanze cotte e lasciate all’aperto per lungo tempo. Dobbiamo rivalutare i nostri ottimi prodotti locali›› .
Alcune amministrazioni comunali limitrofe ne hanno seguito l’esempio. Un altro “sceriffo”, il sindaco Renato Miatello di San Giorgio in Bosco, ha applicato la stessa “linea dura”: ‹‹Un turco tre mesi fa si è rivolto al Comune per aprire un kebab in un posto con destinazione commerciale ma per i cibi da asporto serve quella artigianale. Abbiamo trovato il cavillo e il locale non è stato aperto. In ogni caso, il kebab non fa parte della nostra tradizione: noi veneti preferiamo salsicce e costine, e credo che adotterò l'ordinanza di Cittadella›› (Miatello, 2011).
Due culture in-integrabili, quindi, quella veneta e quella araba, perché qui non si tratta di tradizioni religiose ma di semplice cultura gastronomica, per altro molto apprezzata in altri contesti nazionali. Questo tipo di attività, non solo, non è gradita perché non rientra nella tradizione locale, ma ne viene costruita un’immagine demonizzata in quanto portatrice di scarso igiene, possibile causa di rifiuti, quindi potenzialmente degradante per la cittadina veneta. Un’invenzione del nemico che assume tratti ancor più radicali quando si affronta tematiche religiose, che concernono ad esempio la costruzione di moschee. Del resto le “crociate” di cui parla la Lega, la minaccia dell’invasione islamica, che spesso viene invocata, tradiscono l’animo essenzialmente religioso della “ideologia” leghista, che imposta lo scontro anti musulmano nei termini di una lotta tra religioni. Esemplificativo risulta il caso, risalente al novembre 2007, del cosiddetto “Maiale day”.
Si trattava di una “bonifica preventiva anti-islam”, che vedeva dirigenti leghisti e semplici cittadini impegnati in un “rituale” di contaminazione del territorio, attuato attraverso l’utilizzo di maiali, al fine di impedire la costruzione di una moschea;‹‹[…]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il feticcio identitario. Riflessione sul fenomeno Liga Veneta - Lega Nord Padania

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Camilla Lago
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze Antropologiche
  Relatore: Francesca Sbardella
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 76

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi