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Cipro tra scontro e mediazione: evoluzione storica e contraddizioni della questione cipriota

Reazione turco-cipriota: taksim

Questo attentato ebbe, però, l’effetto di muovere il governo britannico verso la Turchia: non solo i due paesi si unirono, insieme all’Iraq, formando una nuova organizzazione di difesa contro l’espansionismo sovietico (Patto di Baghdad), ma da questo momento in avanti la Turchia sarà incitata e appoggiata da Londra nel rivendicare un maggior coinvolgimento nella gestione della “questione cipriota”.
In quest’ottica, Eden, neo-primo ministro inglese, nell’agosto 1955 convocò una conferenza tripartita alla quale furono chiamate a partecipare la Grecia e la Turchia, ma non gli esponenti politici delle due comunità cipriote.
L’intento britannico era di trattare la “questione cipriota” all’interno di un contesto più ampio, legittimando il ruolo dei due governi (greco e turco) come attori principali della questione. In questo modo Londra voleva mantenere una posizione neutrale, di arbitro, cercando di raggiungere un compromesso tra le parti e mantenendo il sostanziale controllo dell’isola.
La conclusione della conferenza si rivelò però fallimentare, a seguito del rifiuto greco delle proposte di autogoverno avanzate per Cipro.
L’atteggiamento britannico nel voler coinvolgere così direttamente la Turchia, mirava alla cosiddetta tattica del divide et impera: essi volevano sfruttare le differenze intercomunitarie allo scopo di assumere una posizione di mediatori e mantenere, in questo modo, una cospicua influenza sull’isola.
Fino alla fine della seconda Guerra Mondiale, infatti, la Turchia e la comunità turco-cipriota avevano mantenuto un basso profilo, mantenendo posizioni di accettazione dello status quo coloniale britannico; tuttavia, con l’intensificarsi delle richieste di enosis, esponenti governativi turchi, così come leaders della comunità turco-cipriota, avevano rimarcato che qualora la Gran Bretagna avesse deciso di ritirarsi da Cipro, l’isola sarebbe dovuta passare alla Turchia. La posizione turco-cipriota era determinata dal fatto che un passaggio di potere dai britannici alla Grecia avrebbe avuto conseguenze disastrose per la minoranza turca dell’isola: il raggiungimento dell’enosis avrebbe relegato la comunità turca di Cipro in una condizione di povertà e sfruttamento, legalizzato dalla nuova maggioranza governativa greca. Un’ulteriore motivazione sostenuta dai turco-ciprioti era che la Turchia aveva governato l’isola nei secoli precedenti l’arrivo inglese e che distava solo 40 miglia dalle coste della Turchia.
In questo scenario, i turco-ciprioti cominciarono ad organizzarsi per fronteggiare le insistenti richieste all’enosis, in particolare in risposta alla formazione dell’EOKA.
La prima organizzazione segreta fu “Volkan” (vulcano), trasformatasi due anni dopo (1957) nell’Organizzazione per la resistenza turca (TMT), con caratteristiche paramilitari più marcate.
Inizialmente l’obiettivo di questi gruppi era quello di proteggere gli interessi e l’identità turco-cipriota contro la minaccia espansionista grecocipriota.
È solo nel 1957 che il concetto di taksim, proclamato dal leader turco-cipriota Fazil Kuchuk, diventa l’obiettivo finale del TMT. Inoltre il TMT, così come altri gruppi paramilitari, venne arruolato nelle fila della polizia ausiliaria britannica, nel tentativo di contrastare la crescente minaccia dell’EOKA. Questa politica, però, ebbe una duplice conseguenza.: da un lato i turco-ciprioti vennero automaticamente trasformati in nemici e collaboratori del potere oppressivo coloniale, aumentando gli attentati dell’EOKA contro la comunità turca; dall’altro anche i gruppi paramilitari turco-ciprioti (ai quali le autorità britanniche garantirono maggiori forme di impunità) si macchiarono di feroci atrocità, organizzando attentati contro i gruppi greco-ciprioti o forzando la popolazione turco-cipriota a abbandonare i villaggi misti, raggruppando la popolazione nelle enclave turche per preparare la taksim.
Le cause delle violenze intercomunitarie esplose negli anni ‘60 possono essere ricondotte, in gran parte, alla suddetta politica britannica di favoreggiamento di una componente etnica sull’altra – addirittura attraverso l’arruolamento nelle forze di polizia – , i cui effetti deleteri avrebbero minato però, nel lungo periodo, quei rapporti di convivenza sociale tra i due gruppi che fino a quel momento erano stati sperimentati, sebbene con fasi altalenanti.

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Cipro tra scontro e mediazione: evoluzione storica e contraddizioni della questione cipriota

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Biondi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Gustavo Gozzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 190

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