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I gerarchi: uomini e vicende del partito nazionale fascista

La strutturazione del partito

Il PNF era a tre anni dalla sua costituzione in fasci di combattimento in grado di dettare le condizioni di svolgimento della vita politica del paese a tutto l’arco delle forze politiche italiane, e come si evince dal manifesto pubblicato esso aveva tutta l’intenzione di mettere in campo qualsiasi forza pur di riuscire a completare quella rivoluzione iniziata nel 1919.
In queste condizioni il Fascismo superata la sua prima grave crisi e razionalizzata la situazione al suo interno si preparava nel 1922 alla conquista del potere.
Conquistato il potere con la nomina di Mussolini a capo del governo il fascismo doveva ora assumere il ruolo di guida del paese, ma quale sarebbe stato il ruolo del partito nella costruzione dell’impalcatura totalitaria del fascismo?
Le prime mosse di Mussolini nei mesi successivi alla marcia su Roma si mossero tutte verso la creazione di una struttura sempre più personalistica con un ridimensionamento della democraticità interna nel partito. La prima di queste mosse fu la creazione del Gran Consiglio del Fascismo, organo non contemplato nello statuto del 1921; la sua creazione venne annunciata con un comunicato dell’11 gennaio del 23: "Il Gran consiglio del Fascismo si tiene tutti i mesi il giorno 12 alle ore 22 e continua i suoi lavori nei giorni successivi alla stessa ora fino ad esaurimento dell’ordine del giorno. Le riunioni sono convocate e presiedute dal capo del Governo. Partecipano di diritto alla riunione del gran Consiglio del Fascismo: a)I ministri fascisti, i sottosegretari alla Presidenza e agli Interni; b)I membri della direzione del Partito; c) Il direttore generale della PS; d) Il commissario straordinario alle Ferrovie; e) Il Segretario della Federazione delle Corporazioni sindacali fasciste; f) Il dirigente del movimento cooperativo; g)I commissari politici del fascismo; h) Lo Stato Maggiore della Milizia per la sicurezza nazionale; i) Il direttore dell’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio. Oltre a questi che sono partecipanti di diritto, il Capo del Partito e Capo del Governo si riserva di chiamare al Consiglio tutti coloro che possono portare elementi utili per le deliberazioni."
Veniva quindi creato dal nulla un organismo importante che veniva posto alle dipendenze di una figura non contemplata né dal diritto costituzionale né dallo statuto del partito, il Capo del Partito e Capo del governo. Ciò servì come dice Aquarone a prefigurare il regime fin dalla sua fase di transizione, e permise a Mussolini di istituzionalizzare il suo ruolo creando un organo che potesse dirigere il partito dall’alto con l’autorità del governo senza però rompere formalmente il principio di autoregolamentazione interna del PNF.
I compiti del Gran Consiglio andarono trasformandosi man mano che il regime attuava la sua visione totalitaria, nei primi anni della sua vita si occupò della vita interna del partito e dei rapporti con le altre forze politiche, una volta affermatosi il regime il Gran Consiglio si occupò delle grandi riforme legislative e amministrative, anche con compiti sempre e solo consultivi.
La seconda mossa di Mussolini fu la creazione della Milizia Volontaria per la Salvezza nazionale, con la creazione della Milizia il capo del Fascismo si proponeva lo scopo di porre un freno alla violenza squadrista, la quale dopo la marcia su Roma aveva conosciuto episodi sempre più cruenti.
Il problema della violenza dello squadrismo fascista, fu uno dei principali problemi che si posero davanti a Mussolini una volta giunto al potere.
L’illegalismo delle squadre d’azione rischiava dia allontanare dal fascismo quelle forze conservatrici di cui il fascismo non poteva ancora fare a meno, l’esigenza di normalizzare il fenomeno squadrista e ridurlo sotto il proprio controllo, si rivelò per Mussolini di importanza primaria, senza questa normalizzazione egli avrebbe perduto l’appoggio delle forze conservatrici che lo sostenevano.

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I gerarchi: uomini e vicende del partito nazionale fascista

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Informazioni tesi

  Autore: Giovanni Forte
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1999-00
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Rosario Mangiameli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 153

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